La sostenibilità in termini ambientali della cremazione dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di combustibile utilizzato, l'efficienza del forno crematorio e le pratiche di gestione delle emissioni.
La cremazione produce emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti nell'atmosfera.
Tuttavia è possibile avere un approccio a basse emissioni.
Onoranze funebri Castagna , nostri partner, utilizza un impianto di cremazione moderno e sostenibile.
Infatti, sono dotati di un sistema di filtrazione che riduce le emissioni di particolato e contemporaneamente recupera il calore per ridurre il consumo di energia.
La cremazione è una pratica antichissima ed è nelle tradizioni dei rituali funebri in diverse culture nel mondo. Anche per la Chiesa Cattolica, sin dal 1963, con l’istruzione “Piam et constantem”, l’allora Santo Uffizio stabilì che la cremazione non è “di per se contraria alla religione cristiana”.
La Terra Cruda ha prodotto ESCLUSIVAMENTE per l’azienda Onoranze funebri Castagna delle urne cinerarie in materiale completamente naturale e SOSTENIBILE in TERRA CRUDA.
I primi esemplari di urne cinerarie in TERRA CRUDA sono stati concepiti per la dispersione delle ceneri in mare.
Nel laboratorio dell’artista Monica Bispo*, inventrice della miscela in TERRA CRUDA, è nata la prima urna cineraria completamente naturale.
L’urna cineraria è disponibile in tre versioni ECHINOS
(dal greco antico ἐχῖνος, echinos – riccio) è l’urna 100% biodegradabile, studiata per garantire la dispersione in forma funzionale e neutrale per l’ambiente.
In circa 60 secondi Echinos si dirigerà verso il fondo del mare e si dissolverà sul fondo del mare in circa 2 ore.
Quando si immergerà Echinos in mare avverrà gradualmente l’apertura di feritoie laterali che riempiranno il guscio di acqua garantendo che le ceneri si disperdano sotto il pelo dell'acqua.
Onoranze Funebri CASTAGNA www.castagnaonoranzefunebri.it
è esclusivista per la commercializzazione del prodotto e delle modalità del suo impiego, poiché il rito funebre della dispersione delle ceneri è soggetto a particolari competenze professionali e normative per il rispetto dell’ambiente.
La TERRA CRUDA e ONORANZE FUNEBRI CASTAGNA condividono soprattutto “l’attenzione verso i sentimenti e la dignità delle persone”.
Pensiamo fin troppo spesso ai fiori come a qualcosa di prettamente primaverile. La realtà è che ci sono fiori invernali meravigliosi.
Il fiore è la regina della composizione, ma non è l'unico elemento. Rami, foglie, frutti e altri accessori naturali, contribuiscono in modo importante a rendere armonioso l'insieme.
Abbinare rami, foglie, fiori e tinte non è sempre facile.
Prendi ispirazione da questo articolo. Ecco 3 composizioni da creare per allestire i tuoi vasi di Natale.
Ti racconto curiosità e aneddoti che contraddistinguono gli elementi naturali che le compongono.
Riconoscere il pino dall'abete è più facile di quanto pensi.
Il pino ha gli aghi vicinissimi tra loro e tutti attaccati ad un fusto centrale.
Nell'abete, gli aghi partono tutti da un unica zona, sulla punta del fusto.
Queste sono solo alcune delle curiosità che ruotano attorno all'Oro Rosso, la spezia più preziosa del mondo.
La metamorfosi dello zafferano è a dir poco spettacolare.
Il Crocus sativus è un bulbo-tubero o cormo a fioritura invernale che dà vita a uno scenografico bouquet di fiori violacei.
Il fiore è lo scrigno che contiene gli stimmi commestibili, ovvero, i preziosi filamenti che usiamo nelle ricette con lo zafferano.
Gli stimmi si possono usare per condire il latte, il risotto alla milanese, la cioccolata calda, i brodetti marchigiani, le patate e tanto altro.
Coltivare zafferano è un'attività redditizia e soddisfacente che puoi svolgere anche in casa. Far crescere lo zafferano in vaso porta ottimi risultati in fatto di produzione e, con la sua maestosità, non passa di certo inosservato sul balcone o in terrazza.
Scopri la storia, le indiscrezioni e le caratteristiche di questa spezia.
È fondamentale imparare a distinguere il Crocus sativus da falso zafferano, il Colchicum autumnale.
Lo zafferano spontaneo in Italia non esiste. Il Crocus sativus è un bulbo di importazione esotica, arrivato in Italia proprio per la coltivazione dello zafferano.
Quello che può sembrare zafferano selvatico, in realtà, è il Colchico d’autunno.
Quindi, non farti ingannare dalla somiglianza dei fiori, ma impara a distinguere le due specie per restare alla larga dal rischio di avvelenamento.
Il fiore dello zafferano vero cela, tra i suoi petali a forma di cuore, un trio di sottili ramificazioni gialle (stami).
Il falso zafferano ha sei stami gialli.
Oltre agli stami, il fiore dello zafferano ha gli stimmi rossi: dei filamenti che creano un piacevole contrasto con il violetto dei petali.
Gli stimmi, che sono la parte commestibile, contraddistinguono il fiore dello zafferano. Il Colchicum autumnale non presenta stimmi rossi.
Il clima non troppo rigido d’inverno e secco d’estate, tipico delle località italiane che non superano i 1000 metri di altitudine, è particolarmente favorevole allo sviluppo di questa pianta.
In Italia le coltivazioni di zafferano che vantano di maggiore estensione sono in Abruzzo, nelle Marche, in Sardegna e in Sicilia, ma sono tante le regioni su cui cresce la preziosa spezia.
Molto conosciuta è anche l’area del Lago di Como, che vanta di diverse coltivazioni di eccellente qualità.
Prima di parlare di coltivazione dello zafferano, è necessario capire quando si interrano i bulbi di zafferano.
Il periodo ideale per piantare lo zafferano è quello che va da fine agosto a inizio settembre.
Il Crocus sativus ha un ciclo vegetativo che parte con i primissimi freddi e termina d’estate (giugno/luglio).
Dopo la sfioritura e l’appassimento delle ultime foglie, lo zafferano va in riposo vegetativo e i bulbi devono essere conservati al buio, in contenitori o sottoterra.
Le coltivazioni di zafferano sul campo sono di due tipi: annuale o poliennale.
COLTIVI IN VASO E NON HAI TEMPO PER LEGGERE TUTTO L'ARTICOLO? Segui questo riepilogo. Coltivare zafferano in vaso [ torna al menu ] Quindici o venti centimetri sono sufficienti. Si può aggiungere della sabbia al terriccio, per renderlo più drenante, ma non sassi, argilla espansa o altro materiale di grande pezzatura. Dopo l'appassimento di tutte le foglie, lascia pure i cormi dove sono, ma tieni il vaso all'asciutto fino a settembre. |
Il terriccio in cui far sviluppare lo zafferano deve essere drenante e nutrito.
Se il terreno è molto ricco di sassi, potrebbe non essere il posto migliore in cui coltivare zafferano.
Un terreno argilloso non è ottimale in quanto alterna periodi in cui trattiene molta acqua a periodi in cui è duro e secco e ostacola lo sviluppo di bulbi e apparato radicale.
Ecco come fare, passo dopo passo, ad ottenere fiori di zafferano da un bulbo.
Scegli un terreno soleggiato. Se coltivi zafferano in vaso, posizionalo in un posto soleggiato, come un davanzale o una zona del giardino ben esposta.
Prendi il tuo bulbo ed interralo a pochi cm di profondità posizionando il ciuffo (tunica) verso l’alto. Ricopri di terra il bulbo e il suo ciuffetto.
Ben presto, dal terriccio verranno fuori dei getti verticali e, più in avanti, si svilupperanno tre o più fiori. Sottoterra, ogni bulbo darà origine a 3 o 4 altri bulbi di dimensioni variabili.
Lo zafferano necessita di davvero poca acqua, meglio se piovana.
Innaffia solo a partire da settembre fino all’arrivo del freddo. In inverno si può anche smettere di annaffiare, tenendo sempre monitorato il terriccio. Se si secca completamente puoi dare un po’ d’acqua. In primavera ricominciano le irrigazioni, sempre moderate.
Se ti stai chiedendo perché un bulbo di zafferano non fiorisce, c’è una buona probabilità che, semplicemente, non è ancora il momento.
Il bulbo potrebbe essere in riposo vegetativo. Da giugno/luglio fino al cedimento della calura estiva, i Crocus di zafferano non producono.
Un altro motivo per cui un bulbo di zafferano non fiorisce è che è ancora piccolo.
Ogni bulbo madre produce altri bulbi sottoterra e poi muore. I nuovi nati possono essere piccoli, medi o grandi. I bulbi di piccole dimensioni appena nati non sempre fioriscono, ma devono essere comunque piantati. I getti fogliari, attraverso la fotosintesi, aiuteranno il bulbo a diventare più grande e più forte.
Ultimo motivo per cui un bulbo di zafferano potrebbe non fare foglie è che il bulbo non è in salute. Può essere stato attaccato da parassiti, danneggiato o asportato da uccelli o piccoli mammiferi oppure può essere marcito.
Se hai assodato che non è un problema di età del bulbo o stagionalità, puoi provare ad estrarre il bulbo per controllarlo.
Dopo la fioritura, i bulbi lasciano appassire il fiore. A quel punto è bene lasciare le foglie verdi assimilare quanta più energia possibile dalla fotosintesi.
Solo quando la chioma è del tutto essiccata si può rimuovere il bulbo per conservarlo.
Attenzione, togliere il bulbo da terra non è un’operazione obbligatoria.
Se coltivi in vaso puoi lasciare i cormi dove sono, preoccupandoti solo di non far arrivare acqua al substrato.
Se coltivi in piena terra rimuovere i bulbi è una buona idea per proteggerli da eventuali attacchi parassitari o da eccessi idrici, ma, anche in questo caso, non è obbligatorio.
Se scegli di asportare i bulbi, lasciali asciugare e puliscili dalla terra circostante.
Puoi asportare la porzione di tunica che viene via solo passando la mano su di essa.
Puoi dividere i bulbi per dimensioni così da separarli anche sul campo, l’anno dopo.In questo modo saprai cosa aspettarti da ogni categoria di bulbi.
Riponi i cormi su un foglio di giornale, in un contenitore e assicurati che siano al buio fino all’inizio di settembre.
Per accedere agli stimmi e mantenere alta la qualità dello zafferano è meglio raccogliere il fiore quando è ancora chiuso.
Ebbene sì, gli stimmi non vanno raccolti singolarmente, ma con tutto il fiore.
Se non vuoi rinunciare alla bellezza della fioritura completa, puoi recidere il fiore quando si apre, ma la qualità dello zafferano sarà un po’ più bassa.
Il fiore va asportato senza intaccare lo stelo.
Gli stimmi sono tenuti insieme da una parte giallo/biancastra.
Per rimuovere gli stimmi con le mani, è bene includere quella parte e poi tagliarla, assicurandosi che i filamenti restino uniti tra loro. Questa operazione si chiama mondatura.
Non buttare i petali. Sono commestibili, anche se privi di sapore. Puoi guarnire dolci e pietanze calde con i petali di zafferano, per dare un effetto scenografico ai tuoi piatti
Lo hai mai sentito dire? Non è un detto, è la realtà. Nelle coltivazioni, lo zafferano viene raccolto manualmente molto presto la mattina, perché gli stimmi non sono ancora aperti. Questo permette di ottenere zafferano dal sapore più intenso.
Lo zafferano ottenuto dai fiori può essere utilizzato fresco o conservato attraverso un processo di essiccazione.
Essiccare lo zafferano si può fare anche in casa, sia in essiccatore che in forno.
Gli stimmi vanno posti su della carta forno, a 40 o 45 gradi in forno ventilato, per pochi minuti. Devono risultare essiccati, ma ancora morbidi, non rigidi.
Essiccare al sole è possibile, ma questo metodo non permette di preservare al meglio il sapore dello zafferano.
Bastano 2 fiori a porzione per un buon condimento per risotti, paella, cioccolata speziata o latte allo zafferano.
Ora che conosci tutte le fasi della produzione dello zafferano, ti sarà facile rispondere alla fatidica domanda.
Le azioni da compiere per ottenere l’Oro Rosso sono quasi tutte manuali.
Operazioni meticolose, quasi chirurgiche (basti pensare alla mondatura) che portano il prezzo di 1kg di zafferano a valere fino a più di 20000 euro.
Per un chilo di zafferano servono intere coltivazioni di cormi: più di centomila fiori.
Sono tornate le Small Garden Box Zafferano.
Small Garden Box è un'esperienza di gardening che ti accompagna dalla costruzione del vaso fino alla consumazione dei saporiti condimenti a base di zafferano.
Costruisci il tuo vaso fai da te con la Miscela naturale La Terra Cruda, metti a dimora i bulbi e aspetta di raccogliere i pistilli.
]]>Masanobu Fukuoka è uno dei pilastri dell’agricoltura sostenibile.
Il suo operato e le sue ricerche hanno permesso di rendere coltivabili anche zone aride e difficili da raggiungere attraverso un processo naturale di economia circolare e sostenibilità.
In un’epoca in cui le tecniche agricole erano basate sulle intransigenti regole convenzionali, Fukuoka è stato in grado di riportare l’attenzione sul naturale flusso delle cose.
Hai mai testato i metodi di Fukuoka per la coltivazione del tuo orto?
Voglio portare alla tua attenzione 5 tecniche da sperimentare per risparmiare tempo, acqua e lavoro sulla tua produzione domestica di cibo sano.
Prima di addentrarci nelle metodologie agricole è necessaria una breve precisazione filosofica che ti aiuterà a entrare nell’ottica della coltivazione naturale.
Quella di Fukuoka è definita agricoltura del Mu o del non fare.
Mu, nel buddhismo Zen è l’insieme del tutto e del nulla. Una condizione dinamica che prevede ogni possibilità. La traduzione letterale è “senza” o “nessuno”.
Il Mu è stato una delle fonti di ispirazione delle maggiori arti e discipline giapponesi che conosciamo e pratichiamo ancora oggi, tra cui l’ikebana (arte della composizione floreale) e, appunto, l'agricoltura del “non fare” di Fukuoka. In effetti, tra agricoltura del non fare e filosofia Zen c’è una stretta correlazione.
“L’obiettivo dell’agricoltura non è quello di far crescere i raccolti, ma è la coltivazione e il perfezionamento degli esseri umani”.
Coltivare è come meditare e riconnettere l’uomo con la natura.
Quella dell’aratura è senz’altro la regola dell’agricoltura naturale che è stata più dibattuta.
Fukuoka non lavorava il terreno, non arava. In effetti, l’aratura comporta un’alterazione notevole della fauna edafica, ovvero, di tutti i microorganismi che vivono nel suolo.
Alcuni di essi sono aerobi e per vivere hanno bisogno di ossigeno. Molti sono anaerobi e vivono diversi cm sotto la superficie del terreno. Ribaltare una zolla equivale a sconvolgere l’armonia dell'ecosistema sotterraneo.
Questi stessi piccoli animali, con il loro laborioso operato, sono in grado di garantire al terreno di restare areato, sano e nutrito.
A incrementare l’attività di insetti, lombrichi e altri organismi c’è la rotazione delle colture.
Variare di frequente la specie vegetale su una stessa area agricola, rende la terra più prolifica. Il movimento delle radici contribuisce a smuovere il terreno.
Per evitare la formazione della crosta superficiale, Fukuoka usava la pacciamatura di paglia, derivante dallo sfalcio dei suoi cereali, a protezione del terreno da intemperie, parassiti e caldo torrido.
Fukuoka usava il trifoglio per rendere il terriccio più fertile e soffice. Le radici del trifoglio ospitano piccoli organismi in grado di provvedere a fissare l’azoto.
Le deiezioni dei polli che coltivava contribuivano a nutrire il terreno.
In più, l’attività dei lombrichi nel sottosuolo garantiva al substrato un’abbondante quantità di hummus.
I risultati di Fukuoka erano pari o superiori a quelli dei coltivatori vicini, che usavano tecniche tradizionali e concimi chimici.
Le seedballs o bombe di semi di Fukuoka sono ancora oggi utili allo sviluppo agricolo delle zone meno prolifiche e/o difficili da raggiungere.
Fukuoka utilizzava dell’argilla per proteggere le sementi. Ne faceva delle piccole polpette, lasciava essiccare e seminava semplicemente lanciando le palline di semi sul terreno (semina a spaglio).
L’argilla trattiene l’acqua. Ne basta qualche goccia per far nascere una piantina.
La particolare accoglienza di un terreno nutrito e vigoroso, permetteva ai semi di radicare e attecchire in autonomia.
Questa tecnica è coerente con la regola del non arare e permette di non sprecare acqua ed energie.
Le infestanti vengono tenute sotto controllo attraverso la pacciamatura.
Nell’agricoltura sostenibile di Fukuoka le cosiddette “erbacce” hanno un ruolo importante nel mantenimento della salute del terreno.
Devono essere, appunto, sorvegliate e non debellate.
Il trifoglio bianco, necessario per l’azoto fissazione, usato per coprire il terreno, entra in competizione con altre erbe infestanti, tenendone a bada la diffusione.
La potatura, secondo Fukuoka, è un circolo vizioso.
Una sola potatura è sufficiente per innescare un meccanismo per il quale ne sono necessarie altre.
La sua posizione è chiara: "L'arte della potatura degli alberi da frutto è la pratica più avanzata nella frutticoltura e si dice che evidenzi la differenza fra un buon coltivatore e uno incapace".
Quello che Fukuoka evidenzia nei suoi scritti è la compromissione della naturale forma degli alberi da frutto, per mano dell’uomo.
Sostiene che la natura sia in grado di provvedere da sola a garantire copiosi raccolti, una volta recuperata la forma naturale di un albero.
Al contempo, è necessario che la forma della pianta non sia irrecuperabile, o meglio, troppo compromessa dalle potature precedenti.
Un albero da frutto che non viene potato è più stabile, perché simmetrico rispetto all’apparato radicale.
Per essere sostenibili in agricoltura bisogna fare a meno di tutti i componenti chimici che intossicano le nostre colture e compromettono la salubrità dei raccolti.
Fukuoka, prima di sviluppare i metodi per cui è passato alla storia, era microbiologo e scienziato del suolo presso un laboratorio di ricerca.
In particolare, aveva a che fare con le patologie delle piante e con le loro cure.
In sostanza, Fukuoka aveva tutte le competenze tecniche necessarie per fare le sue scelte.
Per combattere gli attacchi di parassiti Fukuoka introduce predatori naturali che, semplicemente, si nutrono degli ospiti indesiderati.
Non parliamo solo di insetti, ma anche di carpe insettivore e anatre, queste ultime usate come lumachicida naturale.
Grazie alla lotta biologica, il carico di lavoro di Fukuoka era notevolmente ridotto rispetto alle tecniche di coltivazione “classiche”.
I cereali falciati vengono usati per la pacciamatura, che serve per tenere a bada le infestazioni animali e vegetali, tenere il suolo umido più a lungo e proteggere da gelate e caldo.
Il ciclo alimentare della fauna contribuisce a ridurre il rischio di patologie vegetali e, al contempo, fertilizza.
L’acqua non viene sprecata. Ne basta poca affinché si idrati un terreno pacciamato. La paglia, lasciata sul suolo, permette anche ai terreni più aridi di essere rigogliosi.
Non tutti i frutti e gli ortaggi devono essere raccolti.
È bene far cadere dei semi e permettergli di svilupparsi naturalmente.
Il metodo di coltivazione di Fukuoka è un puro esempio di economia circolare, sorretto da un ecosistema sviluppato in un ambiente sano.
Le regole di Fukuoka possono senz’altro essere applicate anche alla coltivazione in vaso.
Il progetto sostenibile La Terra Cruda è proprio ispirato al maestro Fukuoka.
La paglia, presente nella struttura dei vasi per piante La Terra Cruda, serve a non sprecare acqua.
Per garantire lo sviluppo di un microcosmo in vaso, completo di piccoli organismi e forme di vita diverse dalla pianta coltivata, è bene che il terriccio abbia una discreta umidità costante e un’ottima traspirazione.
La miscela La Terra Cruda, con cui sono composti i vasi naturali garantisce un eccellente scambio di particelle d’acqua tra l’interno e l’esterno.
Una necessaria caratteristica dei vasi per orti è che siano plastic free.
La plastica sta avvelenando piante e animali attraverso frammenti minuscoli dovuti alla sua degradazione: le microplastiche.
Inevitabile l’arrivo delle microplastiche nei nostri piatti. Uno studio recente ha dimostrato che in media, ogni settimana, ingeriamo l’equivalente di una carta di credito.
Di microplastiche e danni ambientali ne abbiamo parlato anche in questo articolo blog.
Parti da 0? Ti aspetta un’esperienza completa di gardening in scatola nel nostro shop. Si tratta della Small Garden Box. Dilettati a coltivare e portare in tavola menta o peperoncino arcobaleno e costruisci un vaso plastic free con le tue mani.
Fonti: Informatore Agrario - Fukuoka ideò l'agricoltura del non fare
]]>Si adattano perfettamente alle tue esigenze di spazio e abbracciano le forme delle tue piante calzando a pennello sulle loro radici.
Puoi costruire vasi usando una pasta modellabile plastic free e immergerti in un’esperienza manipolativa rilassante, sostenibile e soddisfacente.
Le idee per un vaso fai da te all’altezza delle tue aspettative non mancano. Basti pensare alla quantità infinita di oggetti che puoi usare come stampo.
Fare vasi per piante è una delle attività più appaganti che io conosca. Provare per credere.
Autoprodurre vasi è la soluzione a gran parte dei problemi dei genitori di piante.
Le caratteristiche del vaso incidono molto sulla salute della pianta.
Il vaso è il ponte tra le tue esigenze e quelle della tua pianta.
Mettiamo il caso che tu voglia collocare una pianta ricadente su una mensola. Se il vaso che possiedi è più largo della mensola, rischierà di cadere.
Puoi sostituire il vaso che non si adatta al tuo spazio con uno di tua produzione, un po’ più alto del primo, ma più stretto. Così la pianta ha lo stesso spazio per stare comoda con le radici e tu puoi ammirare la cascata di foglie ricadere dalla parete.
Questo è solo un esempio di quanto creare vasi sia utile nella gestione pratica del verde in casa o in giardino.
Un altro punto d’accordo tra te e la pianta è rappresentato dai fori di drenaggio. In base alla tua tendenza ad abbondare con l’acqua e alla composizione del tuo substrato potresti aver bisogno di uno o più fori, o, magari. anche di un vaso senza buco.
In commercio la scelta è vasta, ma mai quanto le tue esigenze.
Trovare un vaso per piante esteticamente impeccabile, delle dimensioni giuste e che non sia di plastica è una vera sfida.
Se hai imparato a osservare le tue piante avrai di certo notato le magnifiche manifestazioni della biodiversità, in tutte le componenti delle nostre amiche verdi.
Oltre al fogliame, cambiano anche le radici e cambia il modo in cui ogni pianta si sviluppa e cresce.
Ci sono piante che tendono a sviluppare un apparato radicale sostanzioso e abbondante e apprezzano un vaso alto e stretto.
Altre che sviluppano i nuovi getti espandendosi in orizzontale. Queste ultime hanno bisogno di vasi più lunghi che larghi.
Avere libero arbitrio sul vaso ti permette di costruire un habitat accogliente per ciascuna delle tue amate piante.
Impasta acqua, paglia e Miscela di Terra Cruda. Otterrai una pasta modellabile senza cottura, naturale al 100% con cui dar vita ai tuoi vasi.
Per costruire vasi, tutto quello che ti serve è una controforma: un contenitore poco più grande del vaso dei tuoi sogni.
Guarda il tutorial per fare un vaso per piante con la miscela La Terra Cruda usando uno scolapasta.
Ecco un elenco di cose che puoi utilizzare come controforma per creare vasi.
Puoi usare sempre la stessa tecnica per creare vasi in terra cruda.
Se hai bisogno di aiuto per fare il vaso scrivimi pure su Facebook o su Instagram.
Riutilizzare le vaschette di plastica è un modo per allungare un po’ la vita dei contenitori usa e getta. Alcuni sono riciclabili al 100%, come i barattolini dello yogurt che spesso sono in PP o in Foam. Tuttavia, utilizzare più a lungo un prodotto di plastica prima di riciclarlo allunga la vita dell’oggetto e aiuta un po’ anche l’ambiente.
Se prendi l'abitudine di riciclare le vaschette alimentari, darai vita alla tua collezione di vasetti fai da te, da usare come semenzai o per le piccole talee.
Inizia a cercare tutti gli oggetti che potresti usare come stampi per i tuoi vasi. Resterai sorpreso dalla loro quantità.
Fai scorta di Miscela La Terra Cruda e lascia spazio alla fantasia.
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In questo articolo ti dico perché sono sostenibili e in quali posti trovarle. Così puoi cercarle nei tuoi viaggi quest’estate!
Come si fa la terra cruda?
La terra cruda è uno dei più antichi materiali edili del mondo, ma ancora molto attuale.
Si estrae dal sottosuolo. Si trova al di sotto dello strato di terra che può essere arato ed è composta da inerti naturali.
Nel corso dei secoli la terra cruda è stata abbinata con materiali accessori, talvolta usati come leganti.
Paglia, canapa, fibra di riso, legno, canne: questi sono stati e restano i più utilizzati per dare struttura all’impasto di terra cruda e acqua.
Da quello che sappiamo sono 10.022, ma potrebbero essere molti di più.
I reperti archeologici parlano di mattoni in terra cruda usati a Gerico, la città più antica e multietnica del mondo, 8000 anni prima di Cristo.
C’è una buona probabilità che tu sia entrato in una casa di terra cruda, senza accorgerti che fosse di terra cruda.
Questo perché in passato, questo materiale era ritenuto uno status symbol di povertà. Così, veniva mascherato con finiture che ne nascondessero la texture ruvida e irregolare.
Parliamo di costruzioni grandi e piccole, disperse in ogni continente. Per esempio, gran parte della Muraglia Cinese è costruita in terra cruda.
Nel corso dei secoli le tecniche di lavorazione e di progettazione si sono declinate in tante varianti diverse. Le tecniche sono correlate al clima, alle caratteristiche del suolo, alla piovosità di ogni zona geografica.
Le più diffuse sono quelle dell’adobe e del pisè.
Adobe è il nome della tecnica delle costruzioni in mattoni crudi.
Come si fanno i mattoni crudi?
Mescolando terra cruda, acqua e un legante fibroso e in seguito pressati e lasciati al sole ad asciugare. Si ottengono così dei blocchi maneggevoli e compatti.
I mattoni di terra cruda vengono legati attraverso una malta di fango.
Se la parola Adobe non ti dice nulla, forse, dalle tue parti, avrai sentito parlare di questa tecnica con altri nomi. La dicitura varia da luogo a luogo, ma la sostanza è più o meno sempre la stessa.
Per esempio, per le antiche abitazioni di terra cruda presenti nelle Marche e in Abruzzo si usa il nome di "tecnica del maltone" o "del massone". Nomi con i quali ci si riferiva ai mattoni di terra. I racconti del passato narrano di panetti pesanti schiacciati spesso con i piedi, usando come pressa il peso stesso del corpo.
In Piemonte, l’impasto dei mattoni delle case di fango veniva incrementato con i ciottoli dei depositi alluvionali. Qui la tecnica dell’adobe prende il nome di tròn.
In Sardegna, i mattoni crudi sono chiamati làdiri.
Passiamo alla tecnica numero due.
Il Pisè prevede la costruzione di blocchi pressati da assemblare per creare le pareti degli edifici. Un metodo più facile rispetto alla costruzione in mattoni, ma che implica un passaggio al setaccio della terra cruda, per eliminare i frammenti più grandi. In più, non c'è uso di paglia, canapa o altre fibre. Solo terra battuta.
Anche in questo caso i blocchi vengono compattati attraverso un’operazione di pressatura.
In passato questa operazione veniva svolta usando presse in legno o percuotendo l’impasto con mazze.
Ora i pannelli possono essere prefabbricati e assemblati in cantiere.
Il Pisè è molto diffuso in Africa, America del Sud e Europa. Cambia nome a seconda della località: tapia in Spagna, taipa in Portogallo, rammed earth in Inghilterra.
Per secoli le costruzioni in terra cruda hanno rappresentato un naturale prolungamento dell'essenza materica del territorio. La modalità di abitare meno invasiva e più rispettosa dell’ambiente.
Negli ultimi anni, l’attenzione nei confronti della sostenibilità edilizia ha riportato alla luce i vantaggi di un materiale naturale a lungo dimenticato nel mondo delle costruzioni.
Ecco perché abbiamo ricominciato a costruire edifici in terra cruda.
Indeciso sulla meta da visitare quest’estate? Qui ce ne sono un po’.
Qualche tempo fa in Oregon, un gruppo di persone ha lanciato pubblicamente una sfida per dimostrare il valore delle case di terra cruda. L'obiettivo era costruire una casa di terra cruda in un solo giorno.
In realtà ci è voluta una settimana, ma la One Day Cob House si è comunque portata a casa un bel record.
Vuoi provare? Inizia a fare pratica, partendo dalla costruzione di oggetti più piccoli.
Ti serve solo qualche sacchetto di Miscela di Terra Cruda.
Gli oceani sono un bene primario per la sopravvivenza di tutte le specie del Pianeta e questo non solo grazie alla presenza dell’acqua.
Per esempio, lo sapevi che è proprio grazie a uno dei cavi sottomarini che ci tengono connessi alla rete che stai leggendo questo articolo?
Il 70% dell’ossigeno che respiriamo è generato dalla fotosintesi del Prochlorococcus Marinus, l’organismo fotosintetico più abbondante del nostro pianeta. È un batterio (di quelli buoni) oceanico.
39 milioni di persone basano le proprie finanze sulla pesca, che non è l’unico sbocco lavorativo fornito dalle distese d’acqua. Trasporti, tecnologie, sport e tanti altri settori sono legati al mare.
Sono 10 milioni le specie marine che sguazzano letteralmente nelle aree blu del globo terrestre.
Gli oceani meriterebbero di essere plastic free, curati e persino venerati, ma il fatto che esista una giornata mondiale a loro dedicata suggerisce che, come al solito, non stiamo agendo nel modo giusto.
L’8 giugno è la Giornata Mondiale degli Oceani. Una ricorrenza che coincide con l’anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro che ha come intento quello della sensibilizzazione nei confronti della salvaguardia degli oceani.
Il problema è sempre lo stesso: all’uomo piace tanto strafare. Così, il nostro comportamento va interferire con i principi base di ecologia e sostenibilità, allontanando progressivamente il traguardo di un pianeta sostenibile.
Pesca non sostenibile. Il ritmo della pesca non è più sostenibile.
Questo va di pari passo con l’aumento della popolazione mondiale. Nel 1930 nel mondo c’erano due miliardi di persone. Oggi siamo in pressoché 8 miliardi.
La quantità e la rapidità della pesca non danno tregua agli abitanti del mare, che non riescono a riprodursi in modo proporzionale alla “richiesta ittica”.
Questa è solo una delle cause dello spopolamento dei mari.
Riscaldamento globale. Il 90% del calore provocato dai gas serra viene assorbito dal mare. L’innalzamento delle temperature dei mari sta stravolgendo gli habitat sottomarini.
In più, l’acqua degli oceani sta diventando via via sempre più acida. La colpa è della quantità di CO2 presente nell’atmosfera, che deriva dal nostro inquinamento.
Ne pagano le peggiori conseguenze le barriere coralline e i relativi ecosistemi, tra i più ricchi del pianeta per la biodiversità.
Inquinamento. Un mare plastic free è ancora soltanto un sogno. Per ora, ogni anno, fino a 12,7 milioni di tonnellate di plastica finiscono nelle nostre acque salate. Gran parte, sotto forma di microplastiche.
Le microplastiche sono piccoli frammenti (fino a 5mm) che derivano dalle plastiche non riciclabili (come l’HDPE, usata per tubi, flaconi e vasi per piante). Questi materiali non si decompongono, ma si dividono in tante piccole particelle, che finiscono inghiottite dagli stessi pesci che portiamo in tavola.
In più, gli oggetti di plastica usa e getta causano tragici danni agli animali degli abissi, oltre a depositarsi fino a formare vere e proprie isole di plastica.
Cosa possiamo fare per gli oceani?
Ecco 4 comportamenti green che fanno bene all’ambiente.
Essere sostenibili significa anche usare il più possibile oggetti plastic free.
Guanti, sacchetti e altri oggetti usa e getta sono tanto pratici quanto dannosi per lo sviluppo sostenibile ambientale.
Spesso il consumo di confezioni di plastica monouso è quasi forzato. Per esempio, è tuttora difficile acquistare alimenti senza plastica monouso o piante senza vasi che inquinano.
Proprio per questa consuetudine di continuare a usare materiali nocivi per l’ambiente, è bene fare le scelte giuste per la sostenibilità del pianeta e prediligere il plastic free all’usa e getta.
Esistono valide alternative alla plastica monouso come i materiali biodegradabili, con cui sono costruiti molti set da tavola da asporto, cannucce e sacchetti.
La cosa migliore da fare resta munirsi di oggetti duraturi, lavabili e riciclabili per avviare anche in ambito domestico un percorso di economia circolare e sostenibilità.
Meno rifiuti produciamo, meno cose finiranno in mare o in giro per il mondo.
Se in mare ci sono tante microplastiche, dipende anche da un errato smaltimento dei rifiuti.
Quello che possiamo fare noi è una corretta raccolta differenziata. È un dovere civile oltre che un ottimo mezzo per facilitare il riciclo.
Restando in tema, nella raccolta della plastica vanno solo gli imballaggi (bottiglie, involucri trasparenti, pellicole, piatti e bicchieri e vassoi in polistirolo).
Non vanno nella plastica le biro, i giocattoli e le posate usa e getta.
Una risorsa molto utile per chiarire ogni dubbio è il Dizionario dei Rifiuti.
Eliminare i rifiuti dal bagnasciuga significa evitare che ciò che il mare ha saggiamente rigettato, non venga di nuovo risucchiato e che la sporcizia generata dall’inciviltà sulle spiagge non finisca in acqua.
In estate, le aree balneari sono tenute più pulite da lidi e enti comunali, ma per altri luoghi e momenti dell’anno c’è bisogno di qualcuno che se ne occupi.
E chi meglio di noi, abitanti della Terra?
Tenere pulite le spiagge, le rive di fiumi e laghi e l’ambiente in generale è un gesto sostenibile che può rendere speciale una passeggiata nella natura.
Esistono iniziative di enti certificati a cui partecipare, ma puoi anche farlo da solo o con la famiglia.
Bisogna tener conto della sostenibilità alimentare anche per il consumo di pesce. Il pesce, così come i prodotti della terra, ha una stagionalità.
È bene consumare solo pescato stagionale e locale, per scoraggiare la pesca intensiva, ma, al contempo, continuare a sostenere il mercato ittico.
Si tratta, in soldoni, di polpette di terra con semi all’interno, da lanciare (letteralmente) sul terreno.
Un metodo grandioso in grado di popolare l’ambiente di verde, senza rischi e senza fatica.
Masanobu Fukuoka è una figura rivoluzionaria per agricoltura e sostenibilità.
Fukuoka nasce come biologo, ma, dopo un lungo periodo di malattia, decide di cambiare completamente le norme di coltivazione che aveva studiato e proclamato da sempre.
È così che nasce la sua “agricoltura del non fare”. Un metodo anticonformista che si contrapponeva alle consuete regole per la coltivazione della prima metà del ‘900.
Fukuoka mette in risalto l’autonomia dei cicli naturali rinunciando a tutti gli “aiuti” chimici in grado di aumentare la produzione dei raccolti. Al loro posto usa una buona combinazione di piante e un’ottimale gestione temporale delle semine.
La “rivoluzione del filo di paglia” sta nella sostituzione di diserbanti, pesticidi chimici e aratura in un semplice metodo economico e naturale: la pacciamatura del terreno.
Applicando uno strato di paglia sulla superficie del terreno, Fukuoka protegge le piante da sbalzi di temperatura, gelate e parassiti. In più, la paglia garantisce un graduale e prolungato assorbimento dell’acqua. In questo modo, anche in caso di siccità le piante continuano ad essere idratate più a lungo.
Nell’agricoltura del non fare, gli sprechi di tempo e di energia sono ridotti ai minimi termini. Non c’è aratura, né potatura: il terreno si lavora il meno possibile.
Tra gli esempi di agricoltura sostenibile, quella di Fukuoka è di certo la più naturale.
Fukuoka ha raggiunto grandi risultati con il suo metodo, intervenendo sul problema della siccità nel mondo. Il suo metodo può ancora fare la differenza nella salvaguardia dell’ambiente. Scopri di più in questo articolo completo su Fukuoka.
Perché le seed balls anziché la classica semina?
La semina richiede tempo e una buona lavorazione del terreno. In più si rischia la perdita delle sementi per via di fattori esterni come vento e animali.
Ecco perché le bombe di semi sono meglio della semina tradizionale.
In primis, si riduce la possibilità di non veder sviluppare il raccolto. Le seedballs non permettono ai semi di “sfuggire”. Grazie all’involucro di terra argillosa, gli animali non possono “rubare” i semi e il vento non può trasportarli lontano dalla zona da coltivare.
La grande svolta a favore dell’ambiente sta nell’accessibilità delle bombe di semi.
Non è richiesto nessuno strumento per realizzare le seed balls, si possono fare ovunque ci sia accesso alla terra. Anche le popolazioni estremamente povere possono produrle a costo 0.
La terra può diventare proficua anche senza disturbare il terreno. Questo si traduce in molto meno lavoro (che per Fukuoka, in questo caso, è uno spreco di energia e tempo).
Il punto di forza è proprio la mancanza di necessità di intervenire direttamente sul suolo.
Le seed bombs funzionano anche dove non arrivano le seminatrici o i ripper. Hanno permesso di ripopolare terreni di difficile accesso o terreni rocciosi.
Allo stesso modo, sono efficaci su terreni aridi, preservando il seme fino all’arrivo delle piogge.
Le palline di semi permettono di arricchire un terreno già ricco di piante senza dover intervenire direttamente sulla terra. Quindi si può incrementare la quantità di piante della stessa specie o aggiungere una nuova specie sullo stesso campo.
Non importa che tu sia un esperto di stagionalità. Anche se hai idea di quando il tuo seme inizierà a produrre una piccola piantina, puoi star sicuro che il seme non subirà danni fino al momento della nascita.
Fukuoka diceva che all’interno di una pallina di semi c’è un piccolo universo.
In effetti, le palline di semi sono costituite da tutti gli elementi presenti in un campo.
La ricetta originale di Fukuoka ha come ingredienti principali terra argillosa, acqua, compost e, ovviamente, semi.
Le palline di semi sono un importante contributo per la sostenibilità ambientale.
Per iniziare, seleziona i semi.
L’importante è che siano nativi della tua area. Puoi inserire nella stessa pallina diversi tipi di semi, purché siano compatibili.
Ecco un metodo facile per seedballs fai da te.
Procurati della terra argillosa. La riconosci perché quando piove diventa subito fango e quando il terreno è secco tende a spaccarsi.
Se non sai dove trovarla puoi aggiungere a del terriccio una manciata di argilla in polvere.
Avrai bisogno anche di compost o di concime solido che puoi sminuzzare e setacciare.
Qualche bicchiere d'acqua è sufficiente per impastare gli ingredienti tra loro.
Infine, un giro di pepe (sì, quello da cucina) terrà lontana la curiosità degli animali.
Dosi per bombe di semi fai da te:
Mantieni queste proporzioni.
Unisci gli ingredienti solidi e poi, un po' alla volta, l'acqua.
Sarà facile formare delle polpette compatte.
Lascia asciugare al sole, fino a che non diventano dure.
A questo punto, lanciale qua e là su un terreno che ha bisogno di riscoprire la vita e lascia che la natura faccia il suo corso.
Se provi questo progetto di gardening per la salvaguardia dell’ambiente, mostrami il risultato taggandomi su Instagram. Mi trovi come @laterracruda.
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Tecniche diverse si intersecano per dar vita a qualcosa di inedito, anche dal punto di vista della lavorazione.
Nella produzione della collezione di vasi di design (clicca qui per vedere i vasi in vendita adesso) ho applicato sulla terra cruda uno strumento usato dagli antichi e odierni doratori.
Si tratta della pietra d’agata.
La lisciatura a pietra d’agata ha una funzione specifica: rifinire e proteggere le pareti esterne dei vasi di design.
Questo trattamento li rende perfetti per essere sia vasi eleganti da interno che solidi vasi da esterno.
La pietra d’agata viene usata in ambito artistico per la doratura con foglia d’oro e, in particolare, nella lisciatura delle superfici dorate.
Applicata su La Terra Cruda, questa tecnica lucida la superficie, rendendola simile a quella del marmo.
L’effetto, quindi, non è più quello ruvido e opaco, caratteristico della terra cruda. Al contrario, le pareti dei vasi di design risultano satinate e lisce. Sembra un vaso di pietra!
In più, la lisciatura a pietra d’agata crea una superficie idrorepellente che protegge il vaso rallentando la dispersione idrica.
Questo vuol dire che un vaso La Terra Cruda lisciato avrà bisogno di innaffiature ancora meno frequenti.
Avere a casa un vaso per piante a risparmio idrico significa non sprecare acqua per le innaffiature. neanche una goccia.
Sei curioso di sapere come si usa la pietra d’agata? Guarda il video qui sotto.
Gli oggetti di design sono calamite irresistibili per chi ama circondarsi di bellezza dentro e fuori casa.
Un oggetto green è frutto di un progetto sostenibile che rispetta l'ambiente in tutte le fasi di lavorazione, nella scelta delle materie prime e nell’iter generale del prodotto (trasporto, distribuzione, marketing, packaging).
Uno dei motivi per cui scegliere oggetti ecologici di design è che sono spesso caratterizzati dall’autenticità dei materiali sostenibili. Questo aspetto, li rende unici e immortali.
Gli arredi ecosostenibili e le decorazioni naturali non invecchiano, anzi. Con il tempo il loro carattere si enfatizza e diventano sempre più belli e pregiati.
Altri punti a favore sono la qualità dei materiali e la durata nel tempo. Un prodotto sostenibile costituito da materie prime naturali, difficilmente sarà scadente.
Design e artigianato vanno spesso a braccetto. L’asso nella manica dell’ecodesign è proprio il fatto a mano. Un oggetto che incontra artigianalità e design sostenibile è un pezzo unico, inimitabile e di grande valore.
L’ambiente è ciò che di più prezioso abbiamo. Possiamo preservarlo solo con costanti azioni sostenibili. Comprare solo prodotti di design ecologici è una di queste (un gesto sostenibile che appaga la voglia di togliersi uno sfizio ogni tanto!).
Se ami le piante, amerai più o meno allo stesso modo anche i vasi di design.
Per esaltare la bellezza delle piante outdoor non c’è niente di meglio che uno o più vasi decorativi da giardino.
Nella collezione di vasi di design La Terra Cruda, ci sono anche vasi grandi da esterno o per l’indoor. Il più grande è Pandoro, dalla forma svasata e la superficie lisciata a pietra d’agata.
Gioca con le forme accostando vasi di forma classica con uno o più vasi sferici.
Puoi usare un vaso di design per creare un punto focale all’interno della tua collezione di vasi per piante. Riservagli la tua pianta preferita, vedrai, apprezzerà.
]]>Senza fioriture non avremmo scorci meravigliosi da fotografare, cibi squisiti da portare in tavola, e neppure colori da ammirare.
Non c’è fiore senza impollinatore e viceversa. Questi due sono amici per la pelle, anzi, di più.
Dobbiamo a tutti i costi tenere stretta questa unione (ne vale la nostra vita).
La cosa divertente è che possiamo farlo attraverso azioni sostenibili che ci riempiono gli occhi di bellezza e i davanzali/giardini di profumate picchiettature di colore.
Questo è il mese giusto per iniziare a preparare i tuoi spazi esterni ad accogliere fiori e api selvatiche.
Ecco 4 fiori da seminare a marzo per contribuire alla sostenibilità del territorio.
La facelia è una delle migliori piante mellifere, perché è ricca di polline e nettare. Ha un portamento verticale: i fusti possono arrivare fino al metro di altezza. Le foglie sono molto decorative e assomigliano, nella forma, a quelle della famiglia delle felci.
Il fiore ricorda quello della borragine (parente stretta della facelia), quindi è rosa/lilla e dotato di stami scenografici che superano in altezza i petali.
Semina facelia a un paio di centimetri di profondità. La vedrai in fiore da luglio.
La calendula assomiglia ad una margherita colorata di arancio o giallo scuro. Gli impollinatori sono attratti proprio dalla tinta sgargiante e calda dei petali.
Puoi già seminarla, a patto che nella tua zona le temperature siano già prossime a quelle primaverili.
I semi di calendula sono arcuati. Basta spargerli sul terreno e annaffiare ogni tanto per assistere ad una meravigliosa fioritura a partire da novembre. La calendula forma veri e propri cespugli fioriti molto decorativi.
Un motivo in più per scegliere la calendula? I petali sono commestibili!
Non ha bisogno di presentazione, ama essere protagonista con la sua corolla ampia, che non passa inosservata neanche agli occhi degli insetti impollinatori.
Il girasole è una pianta amata sia dalle api mellifere che dagli impollinatori selvatici.
Interra i semi a circa 3 cm di profondità e aspetta il caldo per veder sbocciare i tuoi girasoli.
Oltre ad essere incredibilmente belli da ammirare, con la loro danza del sole, producono anche ottimi semi commestibili.
Le dalie sono apprezzate soprattutto per il loro aspetto glamour ed elegante. Il profumo inebriante è magnetico per gli insetti impollinatori. La famiglia delle Dalie è molto vasta, ma accomunata da infiorescenze di straordinaria bellezza: alcune varietà hanno corolle a palla a nido d’ape altre sono dotate di petali lunghi e affusolati.
In ogni caso, alla base hanno tuberi che vanno interamente interrati. Le fioriture partono da luglio e regalano splendore fino alle prime gelate.
A seconda delle specie puoi far crescere i fiori amici delle api in vaso, quindi in balcone, terrazza o cortile oppure in giardino.
Favorisci la biodiversità e la sostenibilità del territorio seminando fiori nel tuo orto, nel tuo vigneto o nel tuo uliveto.
La monocoltura è un famigerato nemico degli impollinatori e della biodiversità.
Avere una coltivazione varia e seguire la stagionalità con colture diverse incentiva gli insetti a restare a lungo sul tuo orto/giardino/terrazzo.
Qualsiasi sia lo spazio che hai a disposizione, abbi cura di popolarlo di fiori!
Quando api, bombi e altri impollinatori verranno a trovarti la soddisfazione sarà impagabile, garantisco!
Popolando l’ambiente di fiori, fornisci nutrimento agli insetti impollinatori.
Per coerenza con i principi dell’ambientalismo, è bene correlare alla semina di fiori altre azioni sostenibili.
Sono tra le prime cause di morte delle api nel mondo. Un getto d’acqua spesso è sufficiente per spazzare via parassiti indesiderati. La pacciamatura del terreno è un metodo naturale e sostenibile per tenere alla larga le malattie delle piante, o, nei casi peggiori, per evitare danni alle radici.
Sostenibilità per abbassare l’impatto ambientale.
L’aumento delle temperature distrugge gli habitat naturali degli insetti impollinatori, costringendoli a spostarsi e causandone spesso la morte.
Uno stile di vita incentrato sul rispetto dell’ambiente comprende tante piccole azioni sostenibili che in un modo o nell’altro contribuiscono a tenere a bada il riscaldamento globale.
Raccogli acqua piovana.
Le piogge spesso scarseggiano per lunghi periodi. Munisci il tuo spazio all'aperto di un recipiente in grado di contenere e conservare l'acqua piovana. Potrai utilizzarla per bagnare i tuoi fiori e le tue piante.
Fino al 15 aprile 2022, con ogni ordine effettuato sullo shop di La Terra Cruda riceverai un sacchetto di semi di Facelia, da seminare in vaso o in piena terra.
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Avere cura della sostenibilità dei materiali è uno dei valori del progetto sostenibile La Terra Cruda.
Per dare colore ai vasi utilizzo soltanto pigmenti naturali.
Te li mostro in questo video. Clicca su Play e entra nel laboratorio di La Terra Cruda.
Forse non sai che le tinture sintetiche sono tra le maggiori responsabili della crisi climatica, causando uno spreco di circa 9 trilioni di litri d’acqua ogni anno. Lo avresti mai detto?
É assurdo: la natura, attraverso il colore, ci riempie gli occhi di bellezza e noi, proprio per tingere i nostri oggetti rischiamo di trasformare il mondo in un posto grigio e spento.
Continueremo a godere del dono del colore solo curando ogni aspetto dell'essere sostenibili.
Gettonati per via dell'alta coprenza e del prezzo basso, si ricavano anche da catrame e carboni fossili e contengono sostanze dannose come formaldeide e benzoli. Ce n’è uno dal risvolto inquietante: il rosso carminio (CI 75470), è ricavato dalla cocciniglia: il piccolo parassita che spesso si annida sulle nostre piante domestiche rendendole “appiccicose”.
Nel mondo, sostenibilità e abbigliamento non sono ancora sulla stessa lunghezza d'onda. La maggior parte dei tessuti destinati al commercio è trattato con sostanze sintetiche. Questo significa non solo spreco idrico (per fare una t-shirt occorrono quasi 3000 l di acqua), ma anche dispersione di metalli pesanti e sostanze tossiche, pericolosi per qualsiasi forma di vita sulla Terra.
Prima del 1856 nessuno sospettava che attraverso la sintesi chimica si potessero ottenere sostanze coloranti. Quell’anno un giovane chimico (Perkins), lavorando sul farmaco antimalaria ottenne per caso il color malva (da cui il colore tipico dei francobolli dell’epoca) e tutto iniziò da lì.
Le alternative alle tinture sintetiche? Ci sono eccome!
La natura è, come sempre, il fornitore principale di risorse sostenibili.
Lo dimostrano tutti gli oggetti colorati che appartengono all’antichità.
Le pitture rupestri della Preistoria sono le prime testimonianze dell’uso del colore da parte dell’uomo.
Hai idea di cosa utilizzassero per colorare gli uomini preistorici (attenzione, prendiamoli come esempi di sostenibilità)?
Ovviamente elementi naturali, che reperivano appena fuori dalle loro caverne. Dalla terra d’ocra ricavavano i pigmenti per ottenere il rosso e il giallo. Il bianco e il nero provenivano dall’uso di calcare e fuliggine.
Le materie prime venivano macinate e mescolate con l’acqua creando un’emulsione pastosa colorata.
Nel corso dei secoli la gamma dei colori utilizzata nell’arte si ampliò, anche grazie agli scambi commerciali.
Il blu oltremare viene ricordato come un colore economicamente “inaccessibile” ed è uno dei colori simbolo del commercio di minerali. Si ricava dal lapislazzuli, un cristallo semiprezioso di un blu brillante con sfumature grigie e dorate. Un tempo questo minerale era ritenuto pregiatissimo e aveva un prezzo paragonabile a quello dell’oro.
Proveniva principalmente dalle miniere in Afghanistan, ecco perché oggi lo chiamiamo ancora blu “oltre-mare”. L’affresco sulla volta della Cappella Sistina contiene una grande quantità di questo pigmento.
In questo mini-video puoi osservare il pigmento blu oltremare lavorato con la miscela La Terra Cruda.
Un’altra curiosità sui pigmenti storici riguarda la biacca, che si pensa abbia causato la follia di Van Gogh e la morte di Caravaggio e di molti altri artisti. Si tratta di un pigmento che dà origine al bianco e deriva dal piombo, un materiale ormai in disuso perché rischioso per la salute.
In passato il bianco di piombo era usato abbondantemente per imprimere le tele, creare giochi di luci attraverso “gessetti di biacca” e colorare di candore opere d’arte. Gli artisti inalavano questa polvere tossica e la assumevano bagnando le setole dei pennelli con la saliva. L’avvelenamento da piombo portava ad alterazioni nel comportamento, malattie e morte.
Al posto della biacca oggi è usato l’innocuo ossido di zinco.
I pigmenti naturali non sono solubili in acqua.
Si mescolano all'acqua per ottenere un pasta colorata.
I coloranti naturali sono solubili in acqua.
Sono ideali per tingere i tessuti utilizzando risorse vegetali.
Un esempio di colorante naturale per tessuti è il seme dell’avocado, il quale produce un delicato color arancio.
Anche la buccia dell’avocado può essere usata per tingere i tessuti, in questo caso di rosa.
Dai pistilli di zafferano si ricava il giallo tipico del noto risotto, che può essere più o meno intenso a seconda delle modalità di tintura.
Altra risorsa di colore vegetale è rappresentata dai frutti rossi, come le more, dal quale si ottiene il viola o (con l’aggiunta di succo di limone) il rosa.
La Terra Cruda è un progetto sostenibile. La produzione avviene con l'uso esclusivo di materie prime naturali.
Per dare colore ai vasi La Terra Cruda utilizzo solo pigmenti minerali, nella loro essenza assoluta o mescolati tra loro.
Nel laboratorio La Terra Cruda non possono mai mancare pigmenti minerali di nuance calde e terrose come Nero Roma, Ocra Gialla, Terra di Siena Bruciata e Ossido di Zinco e tinte briose e vivaci come Lapislazzuli e Terre Verdi.
Le tecniche di utilizzo dei pigmenti naturali differiscono in base alla collezione.
Per gli articoli che trovi nella sezione Vasi La Terra Cruda, i pigmenti sono inglobati direttamente nell'impasto di miscela, acqua e paglia.
Nel caso dei Vasi di Design, creo una pasta con acqua e pigmenti e ricopro l'intera superficie del vaso, rendendola colorata. La colorazione dei vasi di design acquisisce sfumature cromatiche nuove a seconda delle operazioni di rifinitura, realizzate con pietra d'agata, tempera d'uovo o lisciatura a ferro.
Tutte queste tecniche contribuiscono al fattore unicità dei singoli vasi La Terra Cruda.
Anche se nascono tutti dalle mie stesse mani, riprodurre due articoli identici nella forma, nel colore e nei dettagli è praticamente impossibile. Garantisco.
]]>Nello scenario della regalistica natalizia prevalgono le idee regalo dell’ultimo momento che, nella maggior parte dei casi, sono standardizzate.
Quello che senza dubbio rende felice chiunque è un regalo che dimostra di essere stato fatto con coinvolgimento.
Ecco perché i regali di Natale standard hanno stancato tutti:
Per non fallire nella missione regalo, è necessario che questo abbia una buona ragione per essere ricordato.
Sostenibile: si innesca un meccanismo per il quale chi lo riceve si sente appagato, perché sa di aver contribuito, anche se indirettamente, a non danneggiare in alcun modo la natura.
Green: un prodotto green spesso rappresenta la seconda vita di qualcos’altro e questo è già interessante. In più, è sempre stimolante avere la prova che si può usare un oggetto ecologico in sostituzione di un altro, inquinante.
Fai da te: dal prodotto gastronomico al progetto DIY, se l’hai fatto tu ci hai dedicato tempo, lavoro e pazienza. Quindi è sicuramente gradito.
Esperienziale: può essere il biglietto per un evento, un corso, un kit per realizzare un progetto. Il regalo esperienziale implica un’azione da parte del ricevente, che altrimenti non ne gioverebbe. Si fa ricordare proprio per questo.
Nell’elenco ho inserito due voci distinte: green e sostenibile. So che c’è ancora un po’ di confusione sull’argomento, e ne approfitto per chiarire.
Green è un sinonimo di ecologico.
Un prodotto green, in generale, non danneggia l’ambiente e risponde a queste caratteristiche:
La dicitura sostenibile risponde a criteri più “severi”. Si prende in considerazione ogni dettaglio dell’intera vita del prodotto.
Da dove vengono le materie prime?
Quanto CO2 è stato emesso per trasportarle?
Quale impatto avrà sull’ambiente il prodotto durante il suo utilizzo?
Lo stoccaggio e lo smaltimento rispettano gli standard previsti?
In sostanza un prodotto sostenibile è sempre ecologico, ma non è detto il contrario.
Una categoria di regali sempre più apprezzata è quella botanica.
Il pianeta ha bisogno di un drastico stop alla plastica e a tutti i materiali inquinanti. Comprare prodotti ecologici, plastic free, sostenibili o del tutto naturali per la festa in cui c’è il più alto livello di consumismo, può davvero fare la differenza.
Mettici un pizzico di personale creatività e di certo, il tuo regalo di Natale 2021 sarà un successo!
Se sei in cerca di un indimenticabile regalo eco friendly dai un'occhiata a questi prodotti incentrati sulla sostenibilità ambientale.
Scolpire è da millenni la modalità per raffigurare il mondo esterno attraverso l'arte, evidenziando le forme e i volumi e rendendoli tangibili.
Esprimersi attraverso la scultura richiede tecnica e applicazione.
Intraprendere un percorso pratico di apprendimento richiede solo un po' di pazienza e può rivelarsi molto più semplice di quanto si immagini.
La pietra saponaria è un materiale ideale per prendere dimestichezza con l'arte della scultura.
Di frequente La Terra Cruda organizza corsi di scultura adatti ai principianti. Sono proprio io, Monica, a tenerli.
Ti dirò di più alla fine dell'articolo, ma prima voglio presentarti questo antico materiale naturale.
Gelo, fuoco e acidi non la scalfiscono. C'è chi pensa che sia una pietra "magica", per via di queste proprietà.
La sua origine è antichissima: è una roccia metamorfica che si è formata più di due miliardi di anni fa.
Il suo nome deriva dall’associazione con il talco, un elemento presente in grande quantità all’interno di questo minerale. La presenza del talco rende la saponaria una pietra morbida e facile da modellare.
Il talco è anche il responsabile del nome "saponaria". I blocchi di questa pietra sono friabili e scivolosi al tatto. Lavorare la saponaria è come scalfire una saponetta indurita.
Questo materiale, è molto utilizzato per costruire pentole, padelle e contenitori da cucina proprio perché resiste al fuoco e alle alte temperature (fino a 800°).
La pietra saponaria viene anche impiegata nella fattura di stufe, piani cottura, lavabi e forni.
Le cave presenti lungo l’Appennino settentrionale sono una fonte preziosa da cui estrarre questo minerale.
La sua lavorazione, infatti, si concentra maggiormente in nord Italia.
Ci sono cave in Lombardia (in Valtellina e a Chiavenna), in Piemonte e in Liguria.
L’estrazione non prevede l’uso di prodotti chimici, ma è manuale o meccanica.
Le rocce possono essere verdi, rossastre, crema, grigie o blu, a seconda della quantità di talco e dalla composizione minerale.
Gli scultori di tutto il mondo apprezzano da sempre la pietra saponaria per la sua consistenza “tenera”. Nel corso dei secoli, l’hanno resa protagonista di opere d’arte di fama mondiale.
Di pietra saponaria sono dei manufatti rinvenuti nei sarcofagi dei faraoni come gli strati esterni della statua del Cristo Redentore che domina su Rio de Janeiro. In effetti, il Brasile è uno dei maggiori fornitori di pietra saponaria nel mondo. Le sculture in questo materiale, in Brasile, sono diffuse nello stato di Minas Gerais, panorama artistico del noto Aleijadinho (clicca e ascolta la sua storia raccontata da me).
In questo approfondimento sulla nostra pagina Instagram, puoi ammirare alcune delle opere di questo artista e leggere la sua singolare storia.
La pietra saponaria è stata usata per dare pregio a tombe e soggetti sacri attraverso stele e rilievi.
Fin dalla Preistoria, la pietra saponaria è stata preziosa alleata dell'uomo.
Grazie ad una combinazione di scultura e altre arti tradizionali, venivano costruiti utensili e strumenti di difesa (come le clave) usando questo materiale.
Già in epoca romana, in Italia il cuore della produzione era in Valchiavenna. Questo materiale fu citato da Plinio Il Vecchio in Naturalis Historias.
In epoca medievale la pietra saponaria iniziò a farsi strada anche nell'architettura andando a decorare le facciate di chiese ed edifici civili.
Ad oggi le tecniche di lavorazione della pietra saponaria sono ancora le stesse di migliaia di anni fa. L'artigianalità è un fattore che distingue ogni oggetto in pietra saponaria.
Il laboratori di scultura sono rivolti a chiunque voglia cimentarsi nell’acquisizione di una nuova tecnica artistica. Ti fornirò gli strumenti e i materiali necessari alla realizzazione di un manufatto in pietra saponaria. La mia esperienza sarà a tua disposizione: ti svelerò le tecniche, gli escamotage e i segreti per prendere dimestichezza con la scultura.
Potrai tornare a casa con la tua opera d’arte e metterla in bella mostra su un mobile per compiacere ogni giorno il tuo ego da artista.
Forse mi conosci per i vasi di La Terra Cruda®️, ma in realtà, dall’inizio della mia carriera professionale ho intrapreso la strada del restauro. Lavorare al restauro di opere d’arte storiche implica una conoscenza ottimale delle più svariate tecniche artistiche.
Tieni d'occhio la nostra pagina Eventi o contattaci per informazioni.
]]>La plastica sta danneggiando gravemente il nostro pianeta.
I danni causati dall’inquinamento da plastica si riversano inevitabilmente sia sulle piante che sugli animali.
Per un pianeta sostenibile, c'è bisogno di riscoprire i prodotti plastic free.
Le acque reflue contengono microplastiche. Le radici più giovani assorbono, attraverso le piccole crepe sulla loro superficie, le componenti plastiche contenute nell’acqua di irrigazione.
Queste sostanze sono presenti anche nel terreno e ne alterano il Ph.
Questo rende difficile la germinazione dei semi e la crescita dei lombrichi.
La conseguenza è che anche il cibo che mangiamo è contaminato dalla plastica.
La plastica ingerita accidentalmente può causare dolori insopportabili che si possono protrarre per mesi, prima di portare inesorabilmente alla morte dell’animale.
Le tossine contenute nella plastica influenzano negativamente la riproduzione degli animali e causano danni alla loro salute.
Molti animali restano intrappolati in reti, sacchetti, lenze ed altri oggetti di plastica. Questi incidenti provocano una morte di stenti (quando le vittime non riescono a liberarsi) o il soffocamento.
Tutto ciò si riversa sugli ecosistemi, alterandoli inevitabilmente.
Finora la plastica è stata utilizzata per i vasi di coltivazione delle piante in commercio, sostanzialmente per la sua praticità e per il basso costo.
Ogni anno si conta una produzione di 500 milioni di nuovi vasi di plastica.
La maggior parte della plastica prodotta ogni anno non è riciclata.
In più, uno stesso pezzo di plastica non può essere riciclato più di nove volte. Le sue fibre sintetiche, infatti, si accorciano riciclo dopo riciclo fino a diventare troppo piccole per essere lavorate nuovamente.
Le alternative alla plastica sono tante, ma tutte in qualche modo impattanti sulla salute dell’ambiente.
La Terra Cruda®️ rappresenta una valida alternativa alla coltivazione in plastica.
Riduce gli sprechi idrici.
Un vaso costruito con la miscela La Terra Cruda®️ ha, dunque, tutte le carte in regola per candidarsi come il vaso del futuro!
Nel mio immaginario, un domani le piante saranno distribuite “bareroot”, ovvero, senza vaso, a radici nude.
Ognuno, poi, sarà libero di scegliere se collocare la propria pianta direttamente in terra (in giardino, in un orto o in un’aiuola) o se coltivarla in vaso nel substrato che preferisce.
Il vaso La Terra Cruda®️ sarà realizzato su misura, in pochi minuti, gli stessi (se non di meno) che si impiegano al giorno d’oggi per cercare un vaso delle dimensioni giuste per una delle nostre piante.
Quando la pianta crescerà, si potrà realizzare un nuovo vaso fai da te più grande, con la miscela di La Terra Cruda®️. Il vaso di partenza potrà essere utilizzato per una nuova piantina, conservato o restituito alla natura.
Così facendo, le piante crescerebbero felici e i vasi di plastica non saranno più necessari!
Fonti dati: http://gardeningwithoutplastic.com
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Hai una porzione di terreno da coltivare? Possiedi un piccolo tesoro.
Se non hai dello spazio esterno o se preferisci tenere "a portata di cucina" spezie sempre fresche, la soluzione è la coltivazione in vaso.
I principi dell'agricoltura sostenibile si possono applicare anche in vaso.
Caratteristica must have per un vaso per erbe aromatiche è che sia plastic free.
I contenitori naturali contribuiscono alla crescita di piante sane e commestibili.
Al contrario, coltivando nei classici vasi di plastica in cui le piante aromatiche sono generalmente vendute si rischia di contaminare la pianta e il cibo da portare in tavola.
Con il tempo e l'esposizione alle intemperie e al sole, la plastica rilascia microplastiche, dannose per qualsiasi forma di vita.
Vuoi fare un'azione sostenibile?
Piuttosto che comprare le spezie nei vasi di plastica coltiva da seme o parti dalla talea di una pianta di un amico.
Soffice, areato e nutrito. Il substrato in cui collocherai le tue aromatiche fa la differenza. Se vuoi spezie rigogliose e durature puoi seguire queste semplici indicazioni.
Prepara una mescola di terriccio specifico per aromatiche (meglio se biologico) e argilla espansa in proporzione 3:1.
L’argilla ha la funzione di rendere il substrato più leggero ed ossigenato. Questa componente, inoltre, fa sì che le radici possano espandersi liberamente senza rischiare di soffocare.
Versa un po’ di questo mix sul fondo del vaso così da fornire una sorta di morbido cuscino al panetto con le radici.
Aggiungi, poi, una manciata di concime organico che fornirà il giusto nutrimento alla tua pianta.
Apri delicatamente il panetto con le mani, rompendo lo strato esterno e libera, così, le radici.
Non temere di spezzare le punte delle radici: non faranno fatica a rigenerarsi.
A questo punto, inserisci la tua piantina in un vaso per piante.
Riempi eventuali spazi vuoti, senza pressare, con altra mescola di argilla espansa e terriccio per aromatiche.
Per finire, bagna leggermente la tua piantina con dell’acqua a temperatura ambiente.
Posiziona il vaso per erbe aromatiche in una zona luminosa come un davanzale, un balcone o un piano vicino alla finestra.
In casa, non dovrai temere per le temperature che, tra le nostre mura domestiche, sono sempre piuttosto costanti.
Sul davanzale esterno, in terrazzo o sul balcone, abbi cura di salvaguardare le tue piantine da bruschi sbalzi termici, caldo eccessivo o tempeste di pioggia.
Le aromatiche sono facili da gestire. Alcune, come il prezzemolo ed il basilico hanno maggiore necessità idrica per vivere felici. Altre, come il rosmarino, vanno innaffiate solo quando il terreno è completamente asciutto.
Ecco un breve riepilogo degli step da seguire per il rinvaso delle tue spezie.
In cucina essere sostenibili significa anche autoprodurre.
Prendersi cura delle aromatiche è un'attività appagante che non richiede abilità da orticoltore esperto.
Di seguito trovi qualche informazione in più sulle aromatiche più utilizzate nella cucina tradizionale italiana.
È una pianta resistente e profumata, perfetta per insaporire secondi piatti e immancabile sulle patate al forno!
Cresce rapidamente e ha bisogno di tanto sole e poca acqua. Gradisce la presenza di una manciata di sabbia in aggiunta al terriccio.
foto @lillinanicolettifotografie
La salvia è una delle aromatiche più scenografiche. Il colore delicato e l’aspetto patinato la rendono molto piacevole alla vista.
Basta una sola delle sue foglie per aggiungere subito carattere a una pietanza (basti pensare alla semplicità del celebre condimento “burro e salvia”)
Predilige un’esposizione a sud/est che le permette di godere di numerose ore di sole. In più resiste al gelo e necessita di poca acqua.
Usa la menta per conferire freschezza ai tuoi cocktail in estate e alle tue tisane in inverno.
La sua chioma cresce in un batter d’occhio e diventa compatta come quella di un piccolo cespuglio. Il caratteristico profumo è determinato dagli oli essenziali contenuti dalle foglie.
In cucina, prova la menta per insapore i legumi.
Scopri la Small Garden Box con i semi di menta.
Il basilico è parte integrante della tradizione culinaria italiana.
È una delle aromatiche più delicate. Teme il gelo e non ama molto restare a lungo sotto il sole diretto.
Ha bisogno di un terriccio sempre idratato e di una posizione ben illuminata.
Per raccogliere qualche foglia di basilico dalla pianta, pizzica la cima del gambo con due dita, prelevando tutta la parte apicale. Questo stimolerà la sua crescita.
Costruisci un vaso naturale su misura per ognuna delle tue piante aromatiche. La Miscela La Terra Cruda, mescolata con acqua e paglia diventa la pasta modellabile ideale per creare vasi fai da te eco-sostenibili.
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Ecco un video tutorial con Monica Bispo in cui ti mostro come realizzare un vaso per piante in Terra Cruda®️.
Tienilo a disposizione mentre realizzi il tuo prezioso manufatto!
]]>Manipolare materiali naturali dando vita ad un vaso fai da te con le proprie mani è un'esperienza molto appagante.
Il processo della creazione del vaso per piante Mu di La Terra Cruda®️ è semplice. Un momento rigenerante di cui fare tesoro.
In questo video tutorial ti mostro come creare vasi per piante con la Miscela La Terra Cruda®️.
Puoi riguardare i passaggi salienti ogni volta che vuoi mentre costruisci il tuo prezioso manufatto.
Un giorno il mio grande tavolo da lavoro è diventato scenario di prove tecniche. Volevo dar vita ad una pasta modellabile senza componenti artificiali.
Una pasta che non ha bisogno di cottura, di quelle che puoi lavorare ovunque, anche senza usare l’elettricità.
Pensando alle Casas de Barro del mio Brasile e a quel materiale così puro come la terra cruda, di cui sono costituite, ho mescolato ingredienti naturali, semplici, antichi.
Ho aggiunto acqua e qualche filo di paglia, ispirandomi agli studi su Fukuoka, un agricoltore rivoluzionario che con un filo di paglia ha cambiato la storia.
La pausa pranzo è stata illuminante. Lo scolapasta era la controforma perfetta per creare un vaso per piante che assomigliasse un po’ a un microcosmo puro, diverso dal pianeta pieno di plastica in cui stiamo vivendo.
È così che è nata la miscela La Terra Cruda®. È così che è nato il vaso per piante Mu.
Fare il vaso è un po’ come cucinare. Anche se la ricetta è uguale per tutti, ogni piatto differisce dall'altro, in base a chi cucina.
Qui però non ci sono ingredienti segreti da aggiungere se non un pizzico di pazienza ed una buona dose di passione.
Ecco, step by step, tutte le fasi della produzione di un vaso fai da te.
Organizza il tuo piano di lavoro.
Puoi lavorare la miscela direttamente sul piano del tuo tavolo oppure utilizzare un tagliere o una ciotola capiente come base.
Mettiti comodo e tieni a portata di mano:
Estrai la paglia dal sacchetto e ponila ordinatamente sul piano di lavoro.
Versa circa due terzi della miscela sulla tua base e crea un bacino circolare al centro, con un dito, come se dovessi fare la pasta fatta in casa.
Riempi il bacino di acqua e cerca di asciugarla muovendo la miscela.
Aggiungi gradualmente acqua ed impasta fino ad ottenere un panetto sodo e sostenuto.
Munisciti di una forma. Puoi usare quella inclusa nella Small Garden Box o servirti di una ciotola o un tradizionale scolapasta.
Il vaso a sfera Mu tradizionale ha un diametro di 15 cm.
Con la miscela La Terra Cruda puoi sperimentare qualsiasi forma di vaso per ottenere un contenitore che si adatti alle tue esigenze e a quelle della tua pianta. Basta cambiare la base da usare come "stampo". Qui trovi un elenco di oggetti di uso comune da usare come controforma.
Rivesti l’interno della tua semisfera con della carta assorbente. In seguito, tappezza le pareti di paglia. La paglia funge da scheletro - oltre ad essere in grado di mantenere a lungo il terriccio idratato.
Pertanto, è necessario sia distribuita in modo omogeneo.
Schiaccia bene l’impasto sulla paglia. È bene che le pareti del vaso abbiano uno spessore di circa un centimetro, un centimetro e mezzo. Non esagerare quindi con le quantità. Tieni a mente che il vaso dovrà essere un oggetto leggero e capiente.
I bordi, invece, devono essere lasciati spessi e livellati. In questo modo saranno in grado di accogliere l’altra metà del vaso, in seguito. Nella tua forma, puoi inserire un po’ di impasto per volta direttamente sulla paglia oppure trasferire un disco di impasto , da porre sulla base, e lavorarlo man mano. In ogni caso è bene tirare l’impasto verso i bordi, in modo tale che questi si irrobustiscano.
Una volta terminata questa operazione, rovescia la forma sul piano di lavoro e togli la carta.
Fai lo stesso per l’altra metà. In questo caso, prima di estrarre l’impasto dalla forma, crea sul fondo della controforma un foro di 6/8 cm di diametro. Sarà la bocca del tuo vaso.
Lascia asciugare le due mezze cupole per un po' . Verifica che siano semi-asciutte grattando leggermente sulla loro superficie.
È necessario che le due metà siano ancora umide nel momento della loro unione.
Prepara, in un contenitore, una pappetta omogenea e lenta di acqua e miscela. Questo magico intruglio ti servirà come collante e ti aiuterà a dare al tuo vaso l’aspetto che desideri.
Cospargi il bordo della mezza cupola inferiore di pappetta e poi posa su di essa la parte superiore del vaso.
Aggiusta i margini di congiunzione all'interno e all'esterno affinchè non ci siano fori. Se non vuoi usare solo le dita, puoi servirti di un coltello piatto, uno stecco di legno, una spatolina o di qualsiasi oggetti di riciclo che si presti a questa funzione.
Se vuoi, ridefinisci, con la pappetta, l'esterno del vaso dando un aspetto più levigato e lineare alle pareti.
Lascia asciugare almeno per un’ora e mezza.
Il vaso sarà asciutto quando avrà un colore chiaro ed uniforme potrai riempirlo di un buon substrato e mettere a dimora semi, bulbi o piantine.
Lascia che La Terra Cruda®️ rimasta sui piani e sugli utensili diventi terra asciutta.
Radunala, quindi, aiutandoti con della carta, con un panno o con un pennello. Conserva il materiale avanzato e rimettilo nel sacchetto. Potrai riutilizzarlo in un progetto sostenibile, successivamente.
Infine, lava le superfici normalmente, così come faresti dopo aver cucinato.
La Terra Cruda è un ottimo materiale da costruzione, lo sapevi, vero?
Viene estratta dal sottosuolo, sotto lo strato arabile.
Per anni gli edifici in terra cruda sono stati costruiti con la stessa essenza del suolo locale.
La Terra Cruda è un insieme di inerti naturali, gli stessi materiali che si usano per comporre i substrati delle nostre piante.
Le piante si sentono “a casa” in un contenitore simile al materiale in cui, in natura, affondano le radici.
I vasi fatti con La Terra Cruda creano autonomamente un ambiente favorevole allo sviluppo della pianta al loro interno.
Nel cuore del vaso si sviluppa un microcosmo vivente in grado di autoalimentarsi dando vita a microorganismi preziosi per la salute della pianta.
La paglia, integrata nell’impasto del vaso, ha il potere di trattenere l’umidità e di preservare il terreno da shock termici.
Avvia la tua produzione di vasi fai da te fin da subito così da comporre la tua collezione di pezzi unici, affascinanti e 100% naturali.
Visto che La Terra Cruda® asciuga all’aria, puoi divertirti a costruire i tuoi vasi anche fuori casa.
Otterrai un set di vasi di autentica bellezza su misura per i tuoi spazi e per le tue piante, attraverso un metodo artigianale ed ecosostenibile.
Ti lascio qui un paio di link utili per costruire il tuo vaso La Terra Cruda®:
A presto,
Monica.
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"Dobbiamo fare qualcosa di concreto per salvaguardare il nostro pianeta!"
Gli ecosistemi hanno tante differenti sfaccettature. Ognuna di esse necessita, al giorno d'oggi, di essere attenzionata dall'uomo.
É proprio l'uomo che, dando per scontato che l'ambiente che lo ospita sarebbe sempre rimasto invariato, ha messo a repentaglio le condizioni della Terra.
L'ambiente è nelle nostre mani, che sanno rivelarsi davvero utili e preziose, se usate correttamente. É così che ho pensato di iniziare una nuova avventura incentrata, stavolta, sulla fauna anziché sulla flora.
Costruire nidi per uccelli e piccoli mammiferi è al centro del progetto sostenibile Habitat, volto a disseminare Eco-Nidi nelle aree verdi per supportare la biodiversità.
Si conta che il 30% delle specie di uccelli che nidificano in Italia rischia di sparire dal nostro territorio (dato LIPU).
Per evitare che questo accada possiamo prenderci cura degli ambienti in cui vivono o transitano.
Mantenendoli puliti, plastic free (i rifiuti di plastica intrappolano zampe, ali o becchi, torturando gli uccelli che vi incappano) e ricchi di risorse per il loro benessere.
Affinché un uccellino viva felice, ha senza dubbio bisogno di acqua, cibo ed un nido accogliente in cui rifugiarsi.
Molto spesso, i nidi sono messi in pericolo da raffiche di vento, potature degli alberi, attacchi predatori di altri animali e disastri ambientali.
Questo problema non riguarda soltanto gli uccelli, ma anche i piccoli roditori. Una buona pratica da parte dell'uomo, per ovviare a questo tragico problema, consiste nell'installare nidi artificiali in cui i piccoli animali possano ricreare il loro habitat.
La Terra Cruda® organizza workshop per costruire Eco-nidi per piccoli animali.
Questo progetto sostenibile prende il nome di Habitat.
Il progetto pilota ha avuto luogo nel parco archeologico di Travo, in una zona vicina al fiume, totalmente immersa nel verde.
Un anno dopo dall'installazione, abbiamo verificato che alcuni nidi sono stati usati.
Durante i workshop realizziamo insieme dei nidi naturali al 100% composti da acqua, paglia e la miscela di La Terra Cruda®.
Una volta pronti i nostri nidi li regaliamo alla natura, installandoli sugli alberi, in una zona protetta e idonea alla nidificazione o portandoli nei nostri giardini.
Il nido di La Terra Cruda® ha un'apertura "protetta" che lo difende come fosse una fortezza.
La resistenza della terra cruda permette al nido di mantenersi intatto di stagione in stagione e di essere, quindi, riutilizzato da diversi animali nel corso del tempo.
La materia del tutto naturale di cui è costituito, non influisce in alcun modo sull'ambiente in cui il nido viene installato.
Sono molto legata al Parco Archeologico di Travo e lo trovo fortemente connesso con il concept di Habitat.
Habitat nasce per fornire una casa naturale in cui abitare immersi nel verde.
Sia le capanne che i nidi sono costruiti seguendo le più antiche e sostenibili tecniche di costruzione. Inoltre, hanno in comune il fatto che sono gli stessi abitanti della "casa" ad assemblarla selezionando materiali naturali nei dintorni.
Il parco è vicino ad una fonte di acqua (il fiume Trebbia) ed è circondato da alberi. Questi due elementi fanno di tale area un posto idoneo in cui gli uccelli potranno stanziarsi e riprodursi.
Il fornaio rossiccio è un uccello passeriforme originario del sud America e, dunque, presente nella mia terra d'origine: il Brasile.
La peculiarità di questo simpatico volatile sta nel suo incredibile nido. Il João de Barro, infatti, assembla la sua casa lavorando terra e paglia. Il suo lavoro è un esempio di architettura animale davvero notevole.
La sua conformazione è iperprotettiva nei confronti di chi abita al suo interno ed è in grado di durare nel tempo.
I nidi del João de Barro, infatti, dopo il loro "utilizzo" vengono spesso occupati da esemplari di altre specie.
L'evento è stato organizzato in collaborazione con ArcheoVea, patrocinato dal Comune di Travo, promosso e finanziato da easyIT.
I nidi sono monitorabili, tra gli alberi del Parco.
Guarda l'installazione di uno dei nidi.
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Stimolano la creatività ed alleggeriscono i pensieri.
Ogni volta è sempre un'emozione per me. È bello trovarsi faccia a faccia, rivedere i vecchi amici e conoscerne di nuovi.
Impara la tecnica per risparmiare acqua delle irrigazioni attraverso un vaso per piante “vivo”, in grado di apportare un tocco di unicità ad un ambiente esterno o interno.
Ti guiderò nella sua realizzazione, ma sono certa che non avrai poi tanto bisogno del mio supporto: il processo di costruzione del vaso è semplicissimo.
Uscirai dal corso con il tuo personale vaso naturale e con una nuova piantina.
Impastare fa bene. Lo dice la scienza.
Quando impasti, concentri la tua attenzione nel cercare la compattezza giusta. Metti in relazione mente e corpo ponendo l'attenzione solo sul presente. Non c'è posto per i pensieri negativi mentre impasti.
Lavorando una pasta modellabile, utilizziamo tutti i muscoli delle mani. Il movimento energico e ripetuto ha benefici sulla circolazione del sangue.
Manipolare coinvolge i cinque sensi: l'impasto si tocca, si vede, si ascolta, ha un odore.
Per assaporare quello che coltiverai in vaso, dovrai allenare la pazienza. Impastare ti aiuta a sviluppare questa dote e a mantenere la pacatezza.
Le attività manuali sono una preziosa risorsa alla quale attingere per stimolare la creatività.
La creatività cresce solo se viene nutrita. È automatico: inizi ad impastare, ti rilassi, attivi l'immaginazione e, come per magia, la fantasia torna a farti visita.
Chiamala pure "terapia dell'impasto". Una sorta di meditazione, che ricongiunge anima e corpo.
In questi anni ho consolidato delle straordinarie collaborazioni.
Ti presento due spazi in cui ho svolto più e più volte i corsi per creare vasi.
Un edificio storico risalente al 1560, circondato da un giardino curato in ogni minimo dettaglio.
Castello Quistini è teatro di ricevimenti, laboratori, eventi e visite guidate che interessano non solo gli interni (da favola), ma anche il giardino.
Quest’ultimo è persino più esteso del castello stesso e vanta di un labirinto di rose, un giardino segreto, un giardino bioenergetico e un brolo, in cui sono coltivati frutti antichi e piante officinali.
Un panorama davvero sensazionale, insomma, in cui è un piacere dedicarsi ad un'attività manuale.
Paraventi Giapponesi è una galleria d’arte davvero particolare.
La sua esposizione è dedicata all’antica arte della pittura su paraventi giapponesi.
Questo spazio e il vaso La Terra Cruda sono legati da un uno stesso filo (di paglia) conduttore.
Il vaso grezzo è in linea con le teorie del filosofo zen Fukuoka che con il suo pensiero stravolse le regole della coltivazione tradizionale. La paglia è una componente fondamentale della sua agricoltura del “non fare”.
Questo materiale è alla base delle abitazioni nipponiche. La paglia di riso è ancora oggi usata per la costruzione dei tatami, i tappeti modulari utilizzati per pavimentare le case giapponesi.
Resta aggiornato sui nuovi workshop consultando la sezione Eventi dello shop.
Troverai tutte informazioni preziose riguardanti prezzi, orari e forniture.
Si tratta di vasi spessi e corposi, rifiniti ad hoc con tecniche e pigmenti naturali che generano texture e tinte molto impattanti.
Da restauratrice, ho avuto a che fare con opere d’arte, numerose tecniche e svariati materiali. Con il tempo, ho trovato che la bellezza più sorprendente, inaspettatamente, sta nelle cose semplici.
Semplici e meravigliose come le sfumature colorate di un petalo, o le venature di una foglia.
Ho voluto esaltare la bellezza del contenuto, piuttosto che dell’involucro, concentrandomi su forme basilari che facciano da solida base al dinamismo vitale delle piante. É proprio dalla voglia di celebrare la natura che nasce questa collezione.
Ho a cuore la qualità. Un oggetto di qualità dura di più. Così si evita di comprare altri oggetti e di mettere in circolo la catena del consumismo. I vasi hanno una consistenza robusta e una rifinitura duratura.
Nella sezione dello shop VASI DI DESIGN trovi ben cinque modelli di vasi artigianali.
Il vaso come elemento d'arredo che contribuisce a creare atmosfera.
Un bel vaso è un vero e proprio complemento d'arredo che aggiunge valore e carattere a uno spazio.
Un vaso di design materico non passa inosservato. Un elemento d'arredo in linea con le ultime tendenze, che fa da focal point in un ambiente contemporaneo curato ed essenziale e ben si sposa in un interno in cui tradizione e design moderno si fondono in modo armonico.
Ogni vaso è realizzato artigianalmente, utilizzando soltanto materiali presenti in natura: la miscela La Terra Cruda, la paglia l’acqua, pigmenti colorati naturali e minerali.
In più, questi vasi sono strutturati a puntino in modo tale da far vivere spensieratamente l’esperienza di coltivare una piantina.
La paglia, presente nell’impasto, mantiene più a lungo il terriccio idratato, così da dover innaffiare meno di frequente riducendo gli sprechi di acqua.
Il risparmio idrico è alla base della sostenibilità ambientale, che, a sua volta, è alla base del progetto La Terra Cruda.
La Terra Cruda, essendo traspirante, permette all’umidità interna ed esterna di circolare a seconda delle esigenze della pianta. Lo stesso succede con il calore.
Ecco perché, diciamo che questi vasi respirano.
Il risultato di questi scambi tra l'interno e l'esterno del vaso hanno un effetto positivo per foglie, radici e fioriture.
Le piante all’interno dei vasi La Terra Cruda, beneficiano dei vantaggi di un piccolo microcosmo.
Si tratta di manufatti sostenibili, pieni e robusti in grado di fare sia da eleganti vasi da interno che da vigorosi vasi da balcone, o perché no, da giardino.
Resistono agli sbalzi di temperatura, alla pioggia, al caldo ed alle gelate. I nuovi vasi sono più capienti e già pronti per entrare nei vostri spazi!
Sei curioso di conoscerli? Te li presento uno dopo l'altro.
Pandoro si chiama così per via dei suoi profili spioventi, che ricordano il delizioso dolce natalizio. È un vaso dalle dimensioni importanti e dal design intramontabile: uno di quei vasi in grado di accompagnarti per tutta la vita. La finitura è realizzata in tempera d’uovo.
Pandoro si distingue per la sua colorazione scura che vira dall'antracite al testa di Moro. La superficie è valorizzata da una leggera satinatura ottenuta mediante la tecnica di brunitura con pietra d’Agata.
Zolla è un vaso dal design minimal e raffinato che cattura lo sguardo grazie al suo avvolgente color cioccolato.
La colorazione del vaso è realizzata con pigmenti naturali, aggiunti all’impasto nella fase iniziale della sua produzione. La fase ultima, invece, è affidata alla lisciatura a ferro che ne definisce le linee ed i contorni.
L’essenza de La Terra Cruda si tramuta in un solido cilindro dalle pareti materiche: è il vaso Nudo.
Nudo perché rinuncia alla perfezione per mostrarsi veramente, nella sua più reale natura poeticamente grezza.
Nudo è disponibile in due formati (uno più alto, l’altro più basso e compatto) e tre colorazioni: ocra terra, grigio pozzolana e rosa antico.
È quello che abbiamo fatto, mettendo in moto un circolo di azioni sostenibili tutti insieme, per il territorio.
Sono immensamente felice di avervi avuto con me, durante la giornata del 9 Maggio a Vei.
MANI IN TERRA PER L’AMBIENTE si è concluso nel migliore dei modi!
Siamo riusciti nell’intento di riqualificare un terreno lasciato all’abbandono tramutandolo in un ambiente nuovo e arricchito.
Possiamo affermare di aver compiuto una piccola rivoluzione, diffondendo un messaggio positivo di sostenibilità e cambiamento.
Ogni terreno è una risorsa per il pianeta. L’evento passato è stato in grado di trovare un rimedio costruttivo alla questione dei terreni lasciati all’incuria.
Abbiamo così, tramutato un groviglio di rami secchi ed erba alta in una risorsa per la salvaguardia degli insetti impollinatori.
La parte più appagante per noi promotori dell’evento (e penso di parlare a nome di tutti) è stata riscontrare la vostra piena collaborazione. Abbiamo, con grande piacere, percepito tutta la cura e la motivazione nel mettere a dimora quelle piantine tanto piccole quanto fondamentali per la riuscita del progetto.
Siete arrivati in circa 60 e, anche chi non è potuto essere fisicamente con noi ci ha fatto sentire il proprio supporto attraverso messaggi e condivisioni.
Il traguardo è stato fare un piccolo passo per il ripopolamento delle api in Nord Italia e per la riqualificazione del territorio appenninico. Il nostro messaggio di sostenibilità si è diffuso anche attraverso testate giornalistiche e istituzioni del settore gardening.
La varietà delle forme viventi sulla Terra, per l'uomo, è importante perché garantisce nutrimento e produzione di cibo, acqua ed energia.
I disastri ambientali sono moderati proprio dalla presenza di biodiversità.
Se ogni ecosistema mantiene al suo interno armonia ed equilibrio, riesce a reagire a un pericolo esterno. Se un ecosistema non funziona come dovrebbe perché privato di tasselli fondamentali, è incapace di difendersi o poco resiliente.
A guardarlo, la trasformazione è netta, ma tra qualche mese lo sarà ancor di più. Ho deciso che le piantine non sarebbero state affiancate come in una coltivazione tradizionale in cui si seguono linee dritte parallele e si lasciano spazi equidistanti tra una pianta e l’altra. Ho voluto assecondare la loro spontaneità.
Pertanto, ho creato un sentiero semplicemente accorciando l’erba in una porzione di terreno. Le piante sono state messe a dimora sui bordi morbidi e paralleli di questa nuova stradina. In questo modo, quando le piante fioriranno, la strada sarà delimitata da due poetiche passatoie colorate.
Oltre alle piante che ci eravamo prefissati di inserire in questo terreno, abbiamo interrato altre specie, rigorosamente spontanee:
Una tale varietà è benefica non solo per il terreno, ma anche per le api che, di norma, prediligono aree in cui sono presenti specie floreali differenti.
Le attività di intrattenimento durante l’evento si sono rivelate un toccasana per l’anima. Abbiamo riscoperto la bellezza della natura con l’escursione sulla Pietra Perduca, condotta dalla nostra preziosa guida Andrea Fano (al quale va un sincero ringraziamento) ed il valore di un manufatto, attraverso il mio laboratorio di Terra Cruda.
A conclusione di questo percorso, non posso che ringraziare il team che si è preso cura dell’evento fin dal principio.
Un ringraziamento speciale va agli organizzatori di easyIT e a tutti i supporters:
Sono davvero fiera del nostro operato! Ora attendo le fioriture e l’arrivo delle api!
Foto: Andrea Fano. Grazie!
Contribuisci anche tu al ripopolamento delle api.
Pianta dei fiori sul balcone o nel giardino in un vaso eco-sostenibile e fatto da te!
Ti lascio il link per averlo a casa, clicca qui.
Questo perché incarna valori come la sostenibilità, la produzione artigianale e la volontà di diffondere l'ecodesign, condivisi da molti brand attuali.
L'interesse crescente nei confronti del verde generato dalla pandemia e dalla necessità di stare all'aria aperta è un barlume di speranza per il mondo di domani.
Desidero, attraverso i miei prodotti, trasmettere un messaggio di salvaguardia dell'ambiente da tramandare, come si fa con un vaso o con le talee di una pianta, di generazione in generazione.
Vedere le confezioni La Terra Cruda sullo scaffale di un negozio fisico, e non solo online, mi riempie di gioia. Queste "vetrine" non sono altro che un mezzo tangibile per condividere e divulgare il mio messaggio.
La grande notizia è che le "Small Garden Box" sono arrivate nello store milanese della Rinascente!
A due passi dal Duomo, al sesto piano del grande magazzino più longevo d'Italia, ora puoi toccare con mano i kit per realizzare il tuo personale vaso La Terra Cruda. Li trovi sugli scaffali dell'area interamente dedicata alle piante e al pensiero ecosostenibile (#ThinkGreen è, non a caso, il motto del reparto!).
La Rinascente è da sempre fonte di bellezza e qualità. Grandi ed influenti personalità artistiche sono passate da qui con le loro collezioni, lasciando un segno indelebile nei suoi più di 150 anni di storia.
Sono sinceramente onorata di essere parte di questo scenario di creatività, arte e cultura.
Puoi semplicemente prelevarli e portarli a casa con te per provare l'emozione di realizzare tu stesso un accessorio unico per le tue piante e per i tuoi spazi indoor/outdoor.
Se non hai ancora programmi per il week-end della Festa della Mamma ecco un'idea di to-do list con attività rilassanti tutte da spuntare:
Una cosa è certa, con un fine settimana così arriverai al lunedì con uno spirito del tutto nuovo!
Ti lascio il link per comprare lo Small Garden Box - clicca qui.
A presto,
Monica Bispo
9 maggio 2021, segnati la data. Ci vediamo dal vivo!
]]>È con grande orgoglio che annuncio il primo, imperdibile evento di Terra Cruda del 2021, organizzato in collaborazione con easyIT.
Dopo ti racconto chi sono e perché ho scelto loro.
Proprio così, il 9 maggio saremo finalmente di nuovo insieme dal vivo, per mettere le mani in terra in uno scorcio di natura ancora incontaminata.
Questa iniziativa sposa due cause importanti, alle quali mi sento molto legata!
La prima è la salvaguardia degli insetti impollinatori, che con il loro arduo lavoro contribuiscono silenziosamente ogni giorno a portare il cibo sulle nostre tavole.
Puoi garantirti il tuo posto all’evento prenotando da qui - clicca.
In particolare, la mission dell'evento punta a favorire il ripopolamento delle api. Le piccole e preziose operaie ronzanti, che rischiano di scomparire per sempre dal nostro pianeta per via dell'inquinamento e di altri fattori ambientali di cui siamo direttamente responsabili.
La seconda coinvolge il panorama appenninico, un tesoro che troppo spesso diamo per scontato, e che, al contrario, sarebbe opportuno valorizzare.
Ho deciso, quindi, di prendermi cura di uno dei terreni abbandonati sulle colline della Val Trebbia, insieme a easyIT e il loro progetto di riqualificazione, per compiere un primo piccolo passo verso la riqualificazione di questo meraviglioso scenario naturale.
Sarai proprio tu ad aiutarmi a fare qualcosa di concreto per le api e per il territorio!
Domenica 9 Maggio, a Vei (frazione di Travo, PC) avrai l'opportunità di mettere le mani in terra per trasformare quel terreno abbandonato in un meraviglioso campo di fiori.
A tua disposizione ci saranno ben 2.000 piante autoctone per rinfoltire la collina ed attirare gli insetti impollinatori.
Metteremo a dimora tulipani, fiori di camomilla e fiordalisi, fiori selvatici che, con il loro profumo, richiameranno gli appetiti delle api che arriveranno numerose per fare incetta di polline.
Questo campo, sarà un posto sicuro per loro e costituirà un piccolo gesto da parte nostra nei confronti di questi laboriosi insetti.
La messa a dimora delle piantine sarà solo una delle attività a cui parteciperai durante la giornata!
Il terreno è a due passi dalla Pietra Perduca, una montagna dell'Appennino ligure attorno alla quale ruotano curiosità affascinanti (ti basti pensare che un tempo era sommersa!). Durante la giornata è prevista un'escursione guidata, per scoprire la flora e la fauna tipiche del monte. Percorrerai una strada sterrata respirando aria pura, totalmente immerso nella natura! Al culmine del tuo cammino potrai ammirare dall'alto il campo fiorito e gioire del tuo lavoro!
A valle, invece, si terranno laboratori per realizzare, a partire dalla miscela di Terra Cruda, dei graziosi manufatti take away da seminare. Potrai assistere alla nascita dei primi timidi germogli che spunteranno direttamente sul tuo davanzale, o nel tuo giardino. Vedrai crescere la tua pianta con l'orgoglio di una mamma che vede la sua creatura diventare grande. Quando la tua piantina fiorirà, le api verranno a trovarti e tu potrai dirti fiero di aver fatto qualcosa per la loro sopravvivenza.
Durante l'evento potrai rifocillarti e ricaricare le energie spese durante le varie attività: un succulento panino e dell'acqua fresca saranno a tua disposizione!
Puoi garantirti il tuo posto all’evento prenotando da qui - clicca.
Sai perché le api sono così importanti?
Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le piante del nostro pianeta. Il 35% del cibo che finisce sulle nostre tavole lo dobbiamo al lavoro di queste piccole operaie.
Negli ultimi 50 anni, la produzione agricola si è dimostrata più rigogliosa (+30%!) proprio grazie al contributo diretto degli insetti impollinatori.
Perché le api hanno bisogno di te?
Pesticidi, agricoltura intensiva e poca attenzione all’ambiente. Queste sono le principali cause delle morie di api su tutto il territorio italiano, soprattutto in Nord Italia. Stando alle statistiche più recenti, solo negli ultimi due anni sono sparite tra il 60% e l’80% delle famiglie di api.
Dobbiamo darci da fare, intervenendo materialmente per agevolare un processo di ripopolazione che salvi le api dall’estinzione.
Perché ci troviamo sulle colline di Vei?
Il nostro Appennino è il panorama ideale per compiere i primi passi verso uno stile di vita sostenibile.
Riqualificare terreni in disuso è uno dei modi più semplici per prenderci cura del nostro prezioso territorio.
Per cominciare, a Vei, trasformeremo un terreno abbandonato in un prato fiorito in grado di attirare centinaia di insetti impollinatori (non solo api!).
Metteremo in sede 2.000 piantine, hai capito bene, duemila!
Così facendo le api saranno libere di moltiplicarsi, il terreno beneficerà di una colorata ripopolazione di piante autoctone e le persone vivranno una piacevole esperienza di riconnessione con la loro terra.
Inoltre, tramite questo evento, collaboreremo alla conservazione delle strutture site nel Parco Archeologico di Travo.
Il progetto di riqualificazione portato avanti da easyIT e Terra Cruda ha trovato lungo il proprio cammino partner affidabili che puntano sulla sostenibilità della propria impresa e sull'innovazione ecologica: tra questi Apepak ed Enegan.
Apepak è una start-up veneta che in pochi anni ha portato oltre 25.000 famiglie italiane a scegliere i propri panni in cotone, olio di jojoba e cera d'api come alternativa all'utilizzo di plastiche monouso per la conservazione di alimenti.
La prima vera sfida di Apepak è quella di offrire un prodotto al 100% naturale, riutilizzabile e biodegradabile in grado di risparmiare al nostro pianeta 1 mq di pellicole ad alto impatto ambientale, per ogni utilizzo.
Inoltre, Apepak, come Terra Cruda, sostiene la salvaguardia delle api mellifere e promuove l'apicoltura italiana utilizzando esclusivamente cera d'api Conapi (Consorzio Apicoltura Italiana).
Clicca qui per scoprire Apepak e i loro fantastici prodotti eco-sostenibili.
“L’umanità ha fatto guerra alla natura. Dobbiamo ricostruire la nostra relazione con lei”. Con questa dichiarazione Volkan Bozkir, presidente della 75ma sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, ha inaugurato il Summit delle Nazioni Unite sulla biodiversità, tenutosi il 30 settembre a New York. “La nostra esistenza su questo Pianeta dipende dalla capacità di proteggere il mondo naturale che ci circonda”. Il principale obiettivo del summit è stata la creazione di un “terreno politico” per arrivare preparati alla 15esima Cop della Convention on biological diversity (Cop15 Cbd), prevista per maggio 2021 in Cina, dove sarà fondamentale definire un quadro ambizioso per il futuro della biodiversità.
Se vuoi scoprire di più su chi è la easyIT e cosa fanno, clicca qui.
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L'evento sarà un'esperienza indimenticabile ed un modo costruttivo per ricrearci e riconnetterci con la natura.
Ti aspetto!
Monica Bispo
Un vento organizzato da easyIT e Terra Cruda di Monica Bispo:.
Con il supporto e il Patrocinio del Comune di Travo:
In sostegno del Parco Archeologico di Travo:
Con il supporto di Apepak ed Enegan:
Entra e scoprile!
]]>Se la chiamano stringa di cuori un motivo di ci sarà!
Non solo non ha le spine come molte sue colleghe piante grasse, ma crescendo può formare lunghe catene di foglie cuoriformi, che puoi lasciar ricadere da una mensola o far arrampicare su piccoli sostegni.
Esile ed elegante, eppure resistente e bisognosa di poche cure: la natura l’ha dotata di tutto quello che serve per sopravvivere nei difficili ambienti del Sud Africa, di cui è originaria.
Eppure non lo diresti. Guarda la sua grazia, lasciati ispirare dal suo alone esotico e prendi esempio dalla sua forza gentile: in fondo è quello che serve anche a noi nei momenti difficili!
Le sue foglie carnose le danno l’acqua di cui ha bisogno nei lunghi periodi della siccità africana, ma nella versione variegata, le delicate striature rosa o argentee daranno luce e allegria anche nelle giornate grigie. Quando poi compaiono i fiorellini a trombetta è proprio una festa!
Ti sembrerà di esserti portato a casa un pezzo d’Africa.
2) Hoya kerrii
Una pianta-cuore non poteva che essere originaria del Sud Est asiatico, l’Oriente più magico, affascinante ed esotico.
Chissà quante volte hai immaginato di visitare quei luoghi romantici e mistici, dalla natura lussureggiante e ricchi di storia e tradizioni.
Nell’attesa che il sogno si avveri, ho una proposta per te: portati a casa un pezzetto di Oriente coltivando una Hoya kerii in uno dei miei vasi in terra cruda. Oppure regalala al tuo amore per una ricorrenza speciale o nel giorno del vostro anniversario.
La Hoya Kerii è una pianta grassa rampicante che può raggiungere anche i 4 metri di lunghezza, ma occorrono mesi, se non anni, affinché raggiunga la maturità sufficiente a produrre nuovi rami.
Fino ad allora il piccolo cuore verde resterà lì, puro e semplice, ben saldo nel terreno; duraturo come deve essere un amore vero.
3) Rhipsalis baccifera
Alle volte capita che, per ritrovare calma e serenità, bisogna circondarsi di un po’ di disordine, quel tanto che basta a recuperare se stessi e a sentirsi un po’ più liberi (anche se solo per un momento).
Allora comincia mettendo sulla tua scrivania in ufficio o su una mensola a casa una Rhipsalis baccifera, una pianta da appartamento che non solo è facile coltivare ma, a quanto sembra, aiuta a combattere lo stress e a migliorare l’umore.
La caratteristica di questa piccola ma esuberante cactacea, originaria del centro/sud America, sta proprio nella sua massa spettinata e disordinata di rametti carnosi che crescono alla rinfusa.
È già un piacere solo guardarla!
Pare che il suo nome derivi dal greco rhips (vimini). Ma a me suscita simpatia soprattutto perché, oltre che disordinata, è così esuberante da non volersene stare buona buona piantata in terra: in natura vive abbarbicata sui tronchi degli alberi, nella luminosa penombra del bosco, facendo penzolare i suoi rametti.
Mi ricorda una bimbetta impertinente... 😅
Una volta che hai scelto la tua piantina, devi trovarle una casa: un bel vaso in Terra Cruda.
Ricordati, puoi crearlo tu con la mia Miscela Terra Cruda.
Se vuoi un aiuto in più, scegli uno Small Garden Box.
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A presto,
Monica
Fai un piccolo salto in Sud America, pur restando seduto o seduta sul divano di casa.
]]>Con una piantina di peperoncino ti porti a casa un po’ di me e del mio mondo. Fai un piccolo salto in Sud America, pur restando seduto o seduta sul divano di casa.
Il peperoncino ha origini sudamericane antichissime: la pianta selvatica era consumata già 9000 anni fa e la sua coltivazione risale a 5000 anni prima di Cristo. Quello che trovi nel box Terra Cruda è una varietà boliviana.
Tra le popolazioni pre-colombiane era una pianta sacra, usata anche come moneta di scambio. Aveva un alto valore per via delle sue numerose qualità: afrodisiaco, medicina, conservante per i cibi.
Oggi il peperoncino è diffuso in tutto il mondo e dopo il sale marino è l’alimento più utilizzato.
In Brasile, al peperoncino è tuttora legata una religione tradizionale che si chiama Candomblè, il cui culto celebra divinità/spiriti che rappresentano le entità della natura e sono associate a determinati colori, attività umane, tipi di alimenti, erbe mediche e curative. È una religione con una presenza della natura molto forte, in cui tutto si tiene: stile di vita, rispetto degli equilibri naturali, qualità del cibo, abbigliamento. Ed è questo che io mi porto dentro.
Non è solo bello e decorativo da vedere, con i suoi frutti colorati. È anche il mio personale augurio di buona fortuna: anche da noi, in Brasile, come in alcune regioni italiane del sud, il peperoncino è usato come amuleto per tenere lontani malanni e disgrazie. È un simbolo di abbondanza.
Adoro il peperoncino. È una spezia passionale, che esprime la gioia di vivere. Inoltre, mi ricorda il mio paese di origine, il Brasile. E poi mi piacciono le salse un po’ piccanti per quel brio in più che mi danno.
A proposito del peperoncino, lo scrittore irlandese James Joyce, che ne era ghiotto, ha scritto: “Dio ha creato l’alimento, il diavolo il condimento”. Ma, in verità, il peperoncino di diabolico non ha proprio nulla viste le numerose qualità che lo rendono un antibiotico naturale.
“Un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino - diceva Umberto Veronesi - è un vero toccasana.”
Alla prossima,
Monica.
Poteva mancare? Il suo aroma intenso e inconfondibile; le sue tante proprietà benefiche sono il giusto complemento del progetto Terra Cruda.
Terra Cruda l’ho pensato come un viaggio nel mondo dei sensi: gusto e sapori; odorato e profumi; suoni (sai che c’è una playlist musicale di Terra Cruda su Spotify?); tatto (il vaso lo costruisci con le tue mani); vista (estetica, colori, forme).
La menta vanta tantissimi usi, cosmetici, curativi e culinari, pur essendo estremamente facile da coltivare. Per questo è diffusa praticamente in tutto il mondo.
Chissà cosa penserebbe oggi Persefone, sapendo quante proprietà possiede questa piantina all’apparenza così insignificante e quanto largo uso se ne fa.
Fu lei per gelosia, secondo una versione del mito greco, a trasformare in pianta la bellissima ninfa Mintha, di cui si era invaghito il potente marito, il dio Ade. Una pianta che doveva essere poco appariscente per non fare ombra a fiori più belli...
La menta ha proprietà toniche, digestive, calmanti, disinfettanti e viene usata sia nella medicina popolare che in erboristeria, oltre che in cucina. A me fa venire in mente il te, specie quello verde (lo sai: ammiro il biologo/filosofo Fukuoka e in Giappone il te è una delle bevande più diffuse).
Della menta mi piace il suo particolare retrogusto, che mi ricorda il Marocco. Ho una carissima amica marocchina che mi prepara un te a caduta fantastico.
Il tè, soprattutto quello alla menta, è forse la bevanda più diffusa tra la gente berbera, soprattutto in Marocco e nel Sahara.
Ecco, la menta è cosmopolita proprio come vorrei che fosse il mio progetto Terra Cruda: dallo sguardo ampio, aperto a tutte le influenze. Perché tutti noi facciamo parte di tutto il mondo.
“Comincia a gennaio la primavera siciliana, e via via che le piante fioriscono diventa il giardino di una maga: germoglia la menta sulle rive dei ruscelli, gli alberi morti si inghirlandano di rose canine, persino il brutale cactus mette teneri fiori”.
(Truman Capote)
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«Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita».
In questa frase di Albert Einstein è racchiuso il senso del progetto Adottape che ho pensato, in linea con la filosofia di The Bis, per fare qualcosa di concreto a difesa della natura e della biodiversità.
Chi, se non le api? Piccole, operose e indispensabili, sono responsabili di circa l'80 per cento del cibo che mangiamo (solo in Europa, oltre 4.000 tipi di vegetali) grazie al loro instancabile lavoro di impollinazione. Un lavoro che le api fanno per noi gratis, ma il cui valore è stato stimato in circa 265 miliardi di euro all’anno.
Preservano la biodiversità e sono un anello fondamentale nella catena alimentare, oltre che sentinelle formidabili della salute dell’ambiente.
Proprio per questo, sono anche le prime vittime dell’inquinamento e della distruzione degli habitat naturali.
Negli ultimi 20 anni le api hanno iniziato a morire, minacciate da veleni, monocolture, parassiti e cambiamenti climatici. Si calcola che il 96% delle specie sia a rischio di estinzione. Lo spopolamento degli alveari è diretta conseguenza dell’attività umana, dell’inquinamento e del sempre più massiccio ricorso ai pesticidi.
La produzione di miele è calata moltissimo e molti apicoltori hanno dovuto abbandonare un mestiere tanto antico quanto nobile.
Così ho deciso di dare il mio contributo, lanciando il progetto Adottape.
Ti va di darmi una mano?
Sì? Ottimo. Ecco come funziona.
Dall'apiario biologico certificato “Il granello di senapa”, ho pre-adottato per te venti api regine e le loro famiglie.
Con l'acquisto di 2 Small Garden Box di Terra Cruda riceverai un certificato d'adozione + 1 kg di miele biologico prodotto nell'apiario di Angela, sulle colline della Val Trebbia.
È un miele certificato Bio, che non contiene nessun antibiotico, nessuna sostanza chimica, nessun adulterante. È solo puro miele italiano.
Puoi scegliere la tua @pe Regina: c’è Queen Elisabetta l’elegante; o Queen Artemide l’autoritaria, ma ognuna ha il suo alveare e il suo piccolo esercito di instancabili api operaie.
Sarai parte di questo meraviglioso progetto e insieme potremo “proteggere” 1.200.000 api, milioni di fiori e la biodiversità naturale. Inoltre, con il progetto Adottape potrai aiutare il ripopolamento delle specie europee maggiormente a rischio e gli apicoltori nel loro ruolo di preziosi custodi.
E poi?
Verrai costantemente aggiornato sui progressi della tua @pe Regina e del suo alveare attraverso mail.
Inoltre, se lo vorrai, potrai prendere appuntamento per visitare di persona l’apiario e scoprire il meraviglioso mondo delle api.
Ma affrettati: si tratta di un’offerta limitata valida solo per i primi 100 clienti!
Sei pronto ad adottare un’ape regina o fare un regalo specialissimo ad una persona cara?
Se invece hai dubbi o domande, scrivimi sulla mail o un messaggio sui social.
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Al momento tutti i vasetti di miele sono stati prenotati e spediti.
Io e le api vi ringraziamo!
Continua a seguire il mio blog e i miei social per i prossimi progetti "salva-api".
Monica Bispo
Creare vasi rientra tra le attività manuali benefiche per anima e corpo.
Un rituale liberatorio che ricongiunge con la natura e diventa presto una piacevole abitudine.
Se ti piace coltivare sai già che le piante crescono in fretta e che i vasi per piante non bastano mai, specialmente in primavera.
Che ne dici iniziare a costruire vasi fai da te?
Magari non ci credi ma le mani sono ciò che ha reso intelligente la specie umana. Man mano che l’uomo imparava ad usare le mani per costruire oggetti, si riduceva nella testa lo spazio occupato dai muscoli facciali e si espandeva il cervello.
È un paradosso, perché normalmente il lavoro manuale è considerato un lavoro minore. Invece, lavorare con le mani richiede concentrazione e intelligenza almeno pari ad un lavoro intellettuale.
A differenza del lavoro intellettuale, però, il lavoro manuale non crea stress. Al contrario, ci rilassa, ci libera la mente dai pensieri cupi; ci distoglie dalle preoccupazioni.
Le attività manuali sono il regno dei bambini. Più si diventa adulti, meno lavori manuali si fanno. Eppure esse fanno bene al cervello perché stimolano la produzione di endorfine. Riducono l’ansia; aiutano l’autostima; migliorano l’umore.
Quando diminuiscono le occasioni di svago puoi restare seduto davanti allo schermo di un computer, di uno smartphone o della televisione; oppure puoi mettere in azione tutti i tuoi sensi costruendo qualcosa con le tue mani.
Strappa dal corpo il peso delle tensioni quotidiane e regalati la soddisfazione di dire: «Questo l’ho fatto io!».
Toccare, modellare, cucinare, cucire, coltivare, dipingere, fare l’uncinetto fanno bene e ci rendono felici (oltre che più creativi). E sono un ottimo metodo per fare meditazione.
«Le dita di una mano: cinque punti cardinali che indicano l’infinito»: questa frase di Fabrizio Caramagna è una delle mie preferite.
E allora usiamole queste cinque dita. Per esempio per creare vasi che ospiteranno le piantine aromatiche o decorative da mettere sul davanzale, sul balcone o sulla scrivania.
Lo so che anche tu senti il richiamo della primavera: i vivai traboccano di fiori meravigliosi e tu muori dalla voglia di portare un po’ di bella stagione nel tuo appartamento o nel tuo ufficio.
Non sei solo tu: il micro-giardinaggio fa proseliti, complice anche la situazione attuale che ci obbliga a passare molto tempo in casa. Sai che, secondo un recente sondaggio, il 62 per cento dei giovani ha trovato giovamento e ristoro nel coltivare piante in casa?
Un angolo di verde li ha aiutati a proteggere il loro benessere durante i vari lockdown.
Il vantaggio delle piante da appartamento è che migliorano la qualità dell’aria interna; aiutano il sistema immunitario; e, appunto, riducono lo stress (e sono meno impegnative di un animale domestico).
Se poi sono piante commestibili, come la menta, il peperoncino o lo zafferano, le puoi utilizzare per le tue ricette, cogliendole fresche fresche al momento del bisogno.
Però, please, se sei amante della natura e dell’ambiente, dimostralo evitando di comprare vasi in plastica: è vero, costano poco, ma alla fine del loro ciclo di vita inquinano per secoli. Il vaso di La Terra Cruda, invece, che puoi realizzare in modo semplice e veloce a casa tua, viene dalla terra e alla terra può ritornare.
E se temi di non avere il pollice verde, posso tranquillizzarti: il vaso di La Terra Cruda (qui il link per scegliere il tuo) ti dice lui quando innaffiare. Piano piano imparerai a riconoscere i bisogni della pianta che, alla fine, non avrà più segreti per te.
E quella piantina sul balcone, morta perché ti sei dimenticato o non hai avuto tempo di innaffiarla, sarà solo un brutto ricordo perché La Terra Cruda ha il magico potere di trattenere l’umidità nelle pareti e rilasciarla quando serve.
]]>Il vaso La Terra Cruda ha delle caratteristiche e delle proprietà uniche che lo rendono il sistema più ecologico per coltivare delle piante in casa o sul terrazzo.
Infatti, oltre al fatto che lo puoi costruire da te perché non richiede cottura, il vaso La Terra Cruda “respira”, permettendo alla pianta di crescere più sana e rigogliosa.
Se ti piace coltivare nei vasi di terracotta
Cos'hanno in comune un vaso La Terra Cruda e un vaso in terracotta? Le similitudini sono sostanzialmente due.
Entrambi sono porosi.
Entrambi sono traspiranti.
Entrambi sono robusti e durano nel tempo.
Tra i due, il vaso La Terra Cruda ha un livello maggiore di traspirazione. Questa caratteristica è enfatizzata dall'artigianalità del vaso La Terra Cruda. Quando costruisci a mano il tuo vaso è più facile che si creino microfessure che aumentano la traspirabilità.
Questa terra cruda è un impasto, elaborato da me, con materie prime presenti in natura.
Non contiene argilla, né cemento, né gesso.
Pur essendo del tutto naturale, è un impasto alcalino, cioè con una componente basica: per questo consiglio sempre di manipolarlo usando i guanti per non irritare la pelle delle mani.
L’impasto cremoso della miscela La Terra Cruda, lasciato all’aria, si asciuga e fa presa senza bisogno di cottura nel forno: la reazione chimico-fisica fa sì che il vaso diventi duro e resistente come la terracotta.
Un vaso di terracotta viene cotto a quasi 1000°. Rispetto al vaso in terracotta, il vaso La Terra Cruda è ecologico: non viene usata energia artificiale, né rilasciata la quantità di CO2 derivante per la cottura.
Può essere tenuto all’aperto, non si scioglie a contatto con la pioggia e resiste al gelo. Inoltre, può tranquillamente essere dipinto, meglio se con pigmenti naturali e atossici.
La resistenza meccanica agli urti è comparabile a quella di un vaso di terracotta, quindi fai attenzione: se cade in terra si rompe!
A differenza di un vaso in terracotta, per le mani avrai un piccolo microcosmo vivente.
Il vaso interagisce con la pianta. Le radici aeree si aggrappano, dai microfori sulle pareti possono fuoriuscire nuove piantine.
La principale caratteristica dei vasi La Terra Cruda, infatti, è che hanno bisogno di pochissima acqua, anche per la presenza della paglia (che ho aggiunto all’impasto seguendo le teorie di Fukuoka): le pareti del vaso, anche grazie alla forma a uovo, trattengono e assorbono sia l’umidità interna che quella dell’ambiente circostante, per poi rilasciarla alla pianta quando serve. In questo modo l’umidità ritorna al terriccio che resta fresco più a lungo.
È una sorta di circolo che si autoalimenta; un mini habitat naturale vivente; un sistema protetto (come fosse un utero materno) dove si sviluppa la vita (quei microorganismi così preziosi per le piante).
È buona regola tastare prima il terreno con un dito e innaffiare solo se risulta completamente asciutto per evitare eccessi idrici e quindi marciumi.
A ben vedere, quindi, il vaso per piante La Terra Cruda è il vaso perfetto per te se:
Sono sicura che ti piacerà coltivare le tue piante nei vasi La Terra Cruda.
Pianta e vaso diventano un tutt'uno ed è divertente osservare l'interazione tra di loro.
Scopri tutti i modelli di vasi per piante artigianali, sullo shop.
]]>È una pianta generosa lo zafferano: da uno stesso bulbo puoi raccogliere gli stimmi per tre volte, cioè per tre anni.
Fiori viola, pistilli rossi, grande potere decorativo. Crocus sativus è la più pregiata tra le spezie.
Quante ne sai sullo zafferano? Esploriamo nella storia, nei miti, nell'arte e nella letteratura per conoscerlo meglio.
Lo zafferano altro non è che un bulbo, il bulbo del Crocus Sativus. Ma che bulbo! Così antico da comparire nelle Metamorfosi di Ovidio e nei miti greci, secondo i quali lo zafferano serviva da giaciglio nientemeno che a Zeus.
Il mito narra che all’origine della pianta dello zafferano ci sia una storia d’amore, quella tra Croco (da cui la pianta prende il nome) e la bella ninfa Smilace. Purtroppo per Croco, Smilace era la favorita del dio Hermes, il quale per punire il tradimento trasformò lui in Croco e lei in salsapariglia.
Nella sua lunga storia, lo zafferano è servito per tantissimi usi: come colorante per tingere i tessuti; in polvere per dare luminosità agli affreschi; come medicamento; come cosmetico per creme e oli per la pelle; spezia per dare colore e aroma ai cibi.
Chi non conosce il risotto alla milanese?
Si narra che il risotto allo zafferano sia nato in occasione del matrimonio della figlia del pittore fiammingo Valerio Perfundavalle, che si trovava a Milano per lavorare alle vetrate del Duomo (metà del 1400).
Pare che un suo assistente, soprannominato Zafferano perché ne metteva sempre nelle sue miscele per dare vivacità ai colori, convinse un cuoco a metterne un po’ nel risotto. L’insolita pietanza fu un successo tra i commensali non solo per il piacevole sapore, ma anche per il color oro, simbolo di prosperità e fortuna.
In primavera, il bulbo va estratto dalla terra e messo a riposare, per essere poi ripiantato alla fine dell’estate/autunno.
Il fiore campanulato dello zafferano compare quando arrivano i primi freddi. Gli esperti consigliano di fare la raccolta molto presto la mattina, quando il fiore è ancora chiuso. Con “sfioratura” si intende l’operazione di separazione degli stimmi dagli stami e dal fiore vero e proprio.
Per essere utilizzati, gli stimmi di zafferano devono essere essicati, altrimenti il sapore sarebbe troppo forte.
“Il croco irradia una luce dorata” (Virginia Woolf)
“Il croco aureo splendente” (Gabriele D’Annunzio)
“Tu ed io il segreto
Del Croco conosciamo” (Emily Dickinson)
“O pallido croco,
nel vaso d’argilla,
ch’è bello, e non l’ami,
coi petali lilla
tu chiudi gli stami
di fuoco” (Giovanni Pascoli)
Vuoi iniziare a dilettarti con la coltivazione di zafferano?
]]>Per me, questo è avvenuto con Masanobu Fukuoka, a conferma che la ricerca del proprio stile di vita ci porta sempre vicino a quello che siamo nel profondo.
Sono sempre stata attratta, in generale, dai metodi naturali e non convenzionali di fare le cose e dalle tecniche antiche e tradizionali.
Così quando nel 2014 - durante il master in conservazione e progettazione del verde e del paesaggio presso il Politecnico di Milano - ho scoperto Fukuoka e la sua agricoltura “del non fare”, è stato un vero colpo di fulmine.
I suoi insegnamenti sono stati per me fonte di grande ispirazione ed è grazie a lui se è nato il progetto sostenibile La Terra Cruda®.
Biologo, ricercatore scientifico e filosofo giapponese morto nel 2008 all'età di 95 anni, è stato un pioniere dell’agricoltura naturale, avendo inventato un metodo di coltivazione che gli è valso notorietà e riconoscimenti internazionali.
Un metodo che non solo non fa uso di fertilizzanti chimici o pesticidi, ma aiuta il terreno a rigenerarsi e frena i processi di desertificazione causati dallo sfruttamento intensivo. Un connubio perfetto di agricoltura e sostenibilità.
Galeotta fu una polmonite che, a 25 anni, quasi lo uccise. Lavorando come biologo aveva già iniziato a nutrire dubbi sulla scienza dell’agricoltura convenzionale, perciò, ripresosi dalla malattia, decise di cambiare vita, abbandonare la carriera di patologo delle piante e iniziare a fare l’agricoltore per mettere in pratica le sue idee.
Iniziò a fare esperimenti sui terreni della sua famiglia, fino a mettere a punto il suo metodo rivoluzionario.
Osservando i cicli naturali, Fukuoka si era reso conto che il suolo dei boschi è particolarmente ricco e nutriente perché tutto rimane dov’è: nasce, cresce e muore nello stesso posto; gli elementi si decompongono e fertilizzano il terreno; e via così.
Decise quindi di sovvertire tutti i principi dell’agricoltura moderna: non arare; seminare direttamente sul terreno anziché trapiantare le piantine; abolire fertilizzanti e pesticidi.
Li sostituì con la paglia che, sparsa sul terreno, lo fertilizza, lo mantiene umido riducendo il consumo idrico; impedisce alle erbe infestanti di crescere; riduce il rischio degli attacchi di parassiti, permettendo una crescita sana della pianta.
E inventò le “palline di semi”, che, in un certo senso, sono una somma di tutte le sue tecniche naturali di coltivazione: si tratta di un impasto di semi vari e argilla, con il quale si creano delle palline che vengono lanciate sul terreno. Protetti dall’argilla e immersi nell’umidità, i semi germogliano e attecchiscono al suolo con più facilità.
Grazie a queste tecniche naturali, Fukuoka riusciva ad ottenere raccolti uguali o superiori a quelli ottenuti con l’agricoltura convenzionale. Sul suo metodo si accese l’interesse internazionale e lui iniziò a girare il mondo per portare ovunque il seme del cambiamento, applicando le sue tecniche in Asia e Africa, per un pianeta sostenibile.
Proprio dove la siccità e la scarsità di cibo colpiscono forte e dove la desertificazione avanza e i terreni sono ormai sterili a causa dello sfruttamento selvaggio, i suoi metodi si rivelarono ancora più efficaci, tanto da fargli ottenere il Premio Ramon Magsaysay, considerato "il premio Nobel asiatico" che viene assegnato a Manila, nelle Filippine, a personalità che si sono distinte per aver migliorato la società in Asia. Ha ricevuto anche il Premio Desikottam dell'Università indiana Visva-Bharati.
Gli insegnamenti di Fukuoka sono vere e proprie lezioni di sostenibilità economica sociale e ambientale.
Tutta la sua esperienza è racchiusa nel libro “La rivoluzione del filo di paglia”, una vera bibbia dell’agricoltura biologica, tradotto in tutto il mondo, che tengo in bella vista nella mia libreria.
Ciò che più mi ha affascinato è il fatto che quella di Fukuoka non è solo una tecnica di coltivazione, ma una vera e propria filosofia di vita; una rivoluzione delle coscienze e degli spiriti, che permette all’umanità di restare in contatto con la natura e proteggere l’ambiente e la biodiversità.
Fukuoka seguiva i principi della teoria zen del “non fare”.
"Il non fare nulla risulta essere il miglior metodo di coltivazione", diceva, non solo perché non è necessario l'intervento dell’uomo, ma perché permette di avere più tempo libero per se stessi, per la propria vita: "Crearsi un sacco di tempo libero, per fare un bel pisolino, è il massimo. Non si tratta di come fare questo o quello. È come non fare niente che conta."
Che ha come corollario la considerazione che «non c’è valore negli oggetti» e dunque nel possedere. Perché, in fondo, il vero valore sta in una pagliuzza piccola e leggera, ma così potente da fare una rivoluzione.
Se vuoi conoscere meglio Masanobu Fukuoka, puoi leggere il suo libro oppure guardare i video che raccontano la sua vita e la sua esperienza.
L'incontro con Lui ha cambiato il mio modo di vedere la natura. La ricerca del mio stile personale, mi ha portata a far emergere il mio fattore distintivo.
"La rivoluzione del filo di paglia" diede notorietà a Fukuoka per le sue tecniche naturali, senza altro scopo se non l'amore per la natura.
Una "vera" rivoluzione che prima di essere agricola era una rivoluzione delle coscienze, degli spiriti, dell’approccio alla vita.
Lavoro meno perché utilizzo in modo intelligente le risorse naturali!
Infatti, la rivoluzione parte dell’applicazione della pacciamatura con la paglia lungo i filari di crescita delle piantine.
Questo metodo consente di ridurre dell'80-90% la crescita delle infestanti indesiderate.
Inoltre, questa tecnica riduce il consumo idrico.
La paglia mantiene il terreno più umido e al riparo dal sole diretto.
Cosa più importante, però, è che questo pacciame riduce il rischio degli attacchi dei parassiti che proliferano nelle infestanti.
Questo permette fin da subito una crescita sana, naturale e rigogliosa della pianta.
La sua semplicità mi è servita da guida.
Era convinto che nessun suolo fosse destinato alla morte e che la vita potesse rifiorire ovunque.
Ti lascio il link ai primi 2 prodotti ispirati dalla sua filosofia:
Sperimenta anche tu una tecnica naturale e amica dell'ambiente.
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