Sostenibilità edilizia: case in terra cruda nel mondo

Sai che esistono case in terra cruda? 

In questo articolo ti dico perché sono sostenibili e in quali posti trovarle. Così puoi cercarle nei tuoi viaggi quest’estate!

Come si fa la terra cruda?

La terra cruda è uno dei più antichi materiali edili del mondo, ma ancora molto attuale.

Si estrae dal sottosuolo. Si trova al di sotto dello strato di terra che può essere arato ed è composta da inerti naturali.

Nel corso dei secoli la terra cruda è stata abbinata con materiali accessori, talvolta usati come leganti.
Paglia, canapa, fibra di riso, legno, canne: questi sono stati e restano i più utilizzati per dare struttura all’impasto di terra cruda e acqua.

Case in terra cruda: un progetto sostenibile che dura da più di 10000 anni

Da quello che sappiamo sono 10.022, ma potrebbero essere molti di più.

I reperti archeologici parlano di mattoni in terra cruda usati a Gerico, la città più antica e multietnica del mondo, 8000 anni prima di Cristo.

C’è una buona probabilità che tu sia entrato in una casa di terra cruda, senza accorgerti che fosse di terra cruda.

Questo perché in passato, questo materiale era ritenuto uno status symbol di povertà. Così, veniva mascherato con finiture che ne nascondessero la texture ruvida e irregolare.

Parliamo di costruzioni grandi e piccole, disperse in ogni continente. Per esempio, gran parte della Muraglia Cinese è costruita in terra cruda.

Nel corso dei secoli le tecniche di lavorazione e di progettazione si sono declinate in tante varianti diverse. Le tecniche sono correlate al clima, alle caratteristiche del suolo, alla piovosità di ogni zona geografica.

Le più diffuse sono quelle dell’adobe e del pisè.

Adobe è il nome della tecnica delle costruzioni in mattoni crudi.

Come si fanno i mattoni crudi?

Mescolando terra cruda, acqua e un legante fibroso e in seguito pressati e lasciati al sole ad asciugare. Si ottengono così dei blocchi maneggevoli e compatti.

I mattoni di terra cruda vengono legati attraverso una malta di fango.

Se la parola Adobe non ti dice nulla, forse, dalle tue parti, avrai sentito parlare di questa tecnica con altri nomi. La dicitura varia da luogo a luogo, ma la sostanza è più o meno sempre la stessa.

Per esempio, per le antiche abitazioni di terra cruda presenti nelle Marche e in Abruzzo si usa il nome di "tecnica del maltone" o "del massone". Nomi con i quali ci si riferiva ai mattoni di terra. I racconti del passato narrano di panetti pesanti schiacciati spesso con i piedi, usando come pressa il peso stesso del corpo. 

In Piemonte, l’impasto dei mattoni delle case di fango veniva incrementato con i ciottoli dei depositi alluvionali. Qui la tecnica dell’adobe prende il nome di tròn.

In Sardegna, i mattoni crudi sono chiamati làdiri.

Passiamo alla tecnica numero due.

Il Pisè prevede la costruzione di blocchi pressati da assemblare per creare le pareti degli edifici. Un metodo più facile rispetto alla costruzione in mattoni, ma che implica un passaggio al setaccio della terra cruda, per eliminare i frammenti più grandi. In più, non c'è uso di paglia, canapa o altre fibre. Solo terra battuta.

Anche in questo caso i blocchi vengono compattati attraverso un’operazione di pressatura.

In passato questa operazione veniva svolta usando presse in legno o percuotendo l’impasto con mazze.

Ora i pannelli possono essere prefabbricati e assemblati in cantiere.

Il Pisè è molto diffuso in Africa, America del Sud e Europa. Cambia nome a seconda della località: tapia in Spagna, taipa in Portogallo, rammed earth in Inghilterra.

I vantaggi di costruire in terra cruda per la sostenibilità edilizia

Per secoli le costruzioni in terra cruda hanno rappresentato un naturale prolungamento dell'essenza materica del territorio. La modalità di abitare meno invasiva e più rispettosa dell’ambiente.

Negli ultimi anni, l’attenzione nei confronti della sostenibilità edilizia ha riportato alla luce i vantaggi di un materiale naturale a lungo dimenticato nel mondo delle costruzioni. 

Ecco perché abbiamo ricominciato a costruire edifici in terra cruda.

• È un materiale naturale, composto da una mescolanza di inerti reperibili in natura. Non danneggia l’ambiente perché ne fa parte. 

• È duratura e riciclabile. Non diventa mai un materiale di scarto. Può essere recuperata dalle demolizioni dei vecchi edifici in terra cruda.

• La terra cruda è in grado di regolare temperatura e umidità a seconda delle condizioni esterne.
  Questa caratteristica ha un effetto positivo sia sul benessere di chi abita l’edificio, sia sull’ambiente.
  Meno consumo di energia per mantenere la temperatura interna costante e confortevole, meno emissioni di CO2 nell’atmosfera.

• Basso impatto ambientale. Non c’è consumo di energia per la produzione, in quanto, non viene proprio prodotta artificialmente.
  Se ritenuta idonea, la terra cruda può essere prelevata direttamente dal sito di costruzione, senza difficoltà.
  In questo modo si abbattono le emissioni di CO2 di trasporto, imballaggio e smistamento.

• È versatile. Può essere utilizzata per strutture, volte e solai, intonaci e rivestimenti. In più, è personalizzabile nelle tinte, attraverso l’aggiunta di pigmenti naturali e nella texture.

• È inclusiva. La sua disponibilità in natura e il prezzo economico del materiale, rendono la terra cruda un materiale accessibile anche per le popolazioni svantaggiate.
  
  

Case di Terra Cruda nel mondo per un pianeta sostenibile

Indeciso sulla meta da visitare quest’estate? Qui ce ne sono un po’.

 

• Brasile. Un quartiere spettacolare, quello del Minas Gerais, a Ouro Preto. Molte abitazioni sono in terra cruda e si contraddistinguono per gli infissi colorati e i tetti in tegole. Le strutture sono costituite da una mescolanza di tecniche tra cui il pau-a-pique (un telaio di legno e fibre viene consolidato con la terra cruda).
  
  Altra meta brasiliana, San Paolo. L'architettura abitativa era quasi interamente in terra cruda fino al 1880, anno in cui, in seguito a delle inondazioni, furono commissionati tantissimi abbattimenti.
  Imperdibile la (sopravvissuta) chiesa di Nossa Senhora do Rosario, del 1720.
  
  
• Chile. San Pedro de Atacama, è una città nel deserto che sembra rubata al set di un film western. Le case sono in adobe, basse e molto peculiari.
  
  
• Italia. Il Bel Paese è pieno di case in terra cruda. Casalincontrada in Abruzzo, Noto in Sicilia e le Marche. Queste sono solo le mete più conosciute. In queste zone le case rurali sono vere e proprie testimonianze della resistenza di questo materiale.
  
  
• Santa Fe. Le Pueblo Style houses hanno un design incredibilmente riconoscibile. Sono edifici in terra e paglia ispirati ai villaggi (chiamati dal sedicesimo secolo “pueblos” dagli Spagnoli) degli Indiani del Rio Grande, che un tempo ospitavano migliaia di nativi americani. 
  
  
• In Iran, a Rayen, si trova il castello di Rayen. costruito più di mille anni fa in mattoni di fango. Il castello e la cittadella che lo circonda hanno forme sinuose e smussate che sembrano un tutt’uno con il deserto circostante. Straordinario.
  
  
• Kenya. Tutto il continente africano è costellato da abitazioni in terra cruda. Tutte diverse, in base alle esigenze delle popolazioni e alla loro creatività. Ce ne sono di tonde, di basse, di decorate con motivi geometrici sulle pareti esterne.
  Molto caratteristiche sono le enkang del popolo Masai in Kenya, costruite con terra cruda e sterco su un telaio di rami. 

Allora, quale vuoi visitare per prima?

Ti è venuta voglia di costruire una casa in terra cruda? Si fa presto!

Qualche tempo fa in Oregon, un gruppo di persone ha lanciato pubblicamente una sfida per dimostrare il valore delle case di terra cruda. L'obiettivo era costruire una casa di terra cruda in un solo giorno. 

In realtà ci è voluta una settimana, ma la One Day Cob House si è comunque portata a casa un bel record.

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